Quando si pensa alla cucina palermitana vengono subito in mente alcuni cibi tipici dello street food, come il panino con le panelle, il panino con la “meusa” o lo “sfincionello”. Tutte prelibatezze salate e vera delizia per il palato. Ma durante le afose giornate estive che caratterizzano il capoluogo siculo, spesso si desidera guastare qualcosa di più rinfrescante, senza però dover rinunciare alla bontà e alla tradizione.
Così, chiunque si trovi a passeggiare per le vie del centro storico di Palermo non potrà non notare una bancarella che propone un alimento tipico del posto, la “Grattatella”. Si tratta di una dolcezza a base di ghiaccio, aromatizzata poi in diversi modi.
Ma guai a chiamarla granita! La Grattatella è un’altra cosa: viene ricavata da un grosso blocco di ghiaccio che viene, appunto, grattato via, e si completa con l’aggiunta di frutta fresca, succhi o altro. Il ghiaccio viene grattato tramite un attrezzo speciale e poi avvolto in una “mappina”. Successivamente viene versato in un bicchiere e completato con l’aggiunta di succhi. In questo modo il ghiaccio che si ottiene non è tritato, bensì ha una consistenza delicata, un po’ come un sorbetto.
A Palermo, davanti al Teatro Massimo, noterete immediatamente il colorato carretto di Piero Caccamo, che porta avanti la tradizione di famiglia (con ben 40 anni di attività alle spalle) e raccoglie l’eredità del famoso Vincenzo Tirenna, detto u Zu Vicè. Il carretto propone Grattatelle sciroppare o con frutta fresca, preparate e servite in pochi minuti. Un vero toccasana durante le calde giornate estive.
Ma come nasce la Grattatella? Ebbene, bisogna considerare che un tempo il gelato era un alimento prelibato, accessibile a pochi. Così, mentre la nobiltà ne faceva largo consumo, alla gente povera non rimaneva che arrangiarsi e trovare qualche altro stratagemma per rinfrescarsi durante le calde giornate d’estate. Fu così che nacque l’idea della Grattatella.
L’utilizzo di un grosso blocco di ghiaccio era dovuto al fatto che a quei tempi non esistevano ancora i frigoriferi da abitazione. Così si utilizzava un unico blocco ghiacciato che veniva grattato a neve tramite un apposito strumento detto tritaghiaccio manuale. Ed è appunto per questo motivo che la Grattatella si distingue dalla granita, che è invece una mistura di acqua e sciroppi, messa poi a congelare.
La Grattatella è nota anche in altre città d’Italia, ma con nomi diversi: Grattachecca a Roma, Rettata a Napoli, Grattamarianna a Bari e Scilupetta in Calabria.
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