Se si pensa che il problema dell’anoressia sia solo femminile, poiché legato alla ricerca della perfezione del proprio corpo, ci si sbaglia di grosso, poiché è stato accertao che il fenomeno è ormai molto diffuso anche tra gli uomini. In Italia circa 670 mila uomini soffrono di anoressia ma il numero è in costante crescita.
Gli specialisti tendono a diagnosticare il disturbo più frequentemente nella donna e questo a volte può penalizzare i soggetti maschili che potrebbero quindi portare avanti nel tempo un disturbo più grave di quello diagnosticato.
I fattori scatenanti sono simili a quelli dei disturbi alimentari femminili: bassa autostima, ansia di accettazione sociale, disturbi dell’umore, incapacità ad affrontare le emozioni ed eventuali conflitti nei rapporti famigliari. Ma possono anche essere psicologici e sociali: raggiungere quella ‘perfezione’ che ci viene costantemente propinata attraverso gli spot pubblicitari anche ricorrendo ai ritocchi chirurgici. La percezione distorta del proprio corpo porta nell’uomo che soffre di anoressia (o meglio visnoressia nel caso degli uomini) a vedersi perennemente in sovrappeso e a ricercare così nell’allenamento estremo in palestra e nell’alimentazione i rimedi a questo “problema”. Contribuiscono inoltre ad aumentare il rischio del verificarsi di questa malattia, ad esempio, il vivere in un ambiente familiare che impone standard molto alti, inattività sessuale e l’incertezza circa il proprio orientamento sessuale.
La diagnosi di anoressia è su base clinica, e questo rende alquanto complicato l’individuazione perché a volte eventuali deficit proteici, sono ricondotti dai medici a cause differenti. Depressione, abuso di sostanze psicoattive, disturbi di personalità e dipendenza da alcol sono altre cause che possono evidenziare il manifestarsi di questo problema. L’obiettivo terapeutico per un soggetto anoressico è anzitutto riportare il proprio peso al giusto livello. L’approccio consigliato è quello multidisciplinare in modo che venga coinvolto oltre allo psicologo, un medico che monitori la condizione fisica durante la terapia di cura, un dietologo che insegni al paziente elementi base nutrizione ed uno psichiatra che tratti eventuali patologie associate.
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