Oggi ricorre l'anniversario della strage nella città mineraria belga di Marcinelle. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha colto l'occasione per ricordare le vittime, delle quali circa la metà erano italiane, e per lanciare un monito sul tema dell'immigrazione.
"A 62 anni dalla strage di Marcinelle - dice Orlando - nella quale morirono 262 minatori, tutti migranti fra cui 136 italiani, quelle morti non sembrano aver insegnato molto, né all'Europa né tantomeno all'Italia". Il 23 giugno 1946 fu firmato il Protocollo italo-belga che prevedeva l'invio di 50mila lavoratori in Belgio in cambio di carbone per l'Italia. Il protocollo aprì la strada a ingenti flussi migratori per lavorare in miniera, uno dei quali fu quello degli italiani. Nel 1956, fra i 142mila minatori impiegati, 63mila erano stranieri e, di questi, 44mila provenivano dal nostro Paese.
"Oggi come allora - continua il sindaco -, in Europa e in Italia, ci si ricorda dei migranti solo quando servono a svolgere lavori duri e sottopagati, senza il rispetto dei più basilari diritti e di elementari misure di sicurezza. Oppure si parla di loro solo per versare lacrime fasulle dopo ogni tragedia, da parte di chi, oggi come allora, appena poche ore prima li ha additati come causa di tutti i mali". Poi Orlando fa una provocazione, diretta inequivocabilmente ai Paesi in cui è in atto il dibattito tra forze politiche pro e contro l'immigrazione: "Quante stragi saranno ancora necessarie perché si riconoscano ovunque tutti i diritti dei cittadini migranti?".
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