Oltre tremila spettatori per quello che è stato il vero festival di fine estate di Palermo. Pubblico entusiasta e diversi sold out all’Orto Botanico, e non soltanto per i nomi più conosciuti: un cartellone che è piaciuto e ha accontentato ogni preferenza. Dalla coreografia d’autore alle interpretazioni pop, dal monologo impegnato all’invettiva, dall’incontro filosofico alle acrobazie circensi per i bambini. Insomma Metamorphosis è piaciuto e, archiviata questa seconda edizione, punta combattiva sulla lunga durata. Quasi un mese di spettacoli, aperti il 24 agosto scorso dallo Scordabolario di Salvo Piparo che, trascinato dallo sdegno per la violenza avvenuta alla Cala, si è trasformato in un’invettiva antica, cadenzata come un cunto, quasi un contraltare da coro greco. Nel programma del festival cucito dall’attore Sabino Civilleri (prodotto dall’Università di Palermo tramite il SiMuA, Sistema museale d’Ateneo e CoopCulture, che cura i servizi aggiuntivi) hanno trovato spazio la fiaba barocca di Emma Dante, “La scortecata” come l’ “Abisso” disperato di Davide Enia, preceduto dagli acrobati di Circ’Opificio; Claudio Collovà che ha aggiunto un nuovo capitolo al suo progetto su “La Terra desolata” di Eliot o le “Lezioni di meraviglia”, diversamente filosofiche, di TLON e La Rappresentante di Lista.
“Il Sistema Museale di Ateneo ha sposato con forte convinzione lo spirito di terza missione dell’Università di Palermo – è intervenuto Michelangelo Gruttadauria, presidente del Sistema Museale di Ateneo - e si pone come punta di diamante nella sua apertura verso il pubblico, con i suoi tesori, le sue ricchezze, con le attività dalle molteplici sfaccettature. Metamorphosis è, con orgoglio, una delle tante frecce all’arco del SiMuA”.
Diciotto appuntamenti e un'unica direttrice, la commistione di linguaggi: Dario Muratore si è dedicato alla riscrittura de “Lo straniero” di Camus, sui suoni di Angelo Sicurella. Due i lavori di danza internazionale: Vestire la diplomazia, concept di Roberto Zappalà per Scenario Pubblico; e If you were a man di Mauro Astolfi per lo Spellbound Contemporary Ballet. A questi si collega “Trittico” racconto fotografico del critico di danza Giuseppe Distefano, su tre capolavori assoluti di Pina Bausch, in un allestimento immersivo nell’Erbario dell’Orto Botanico. La musica è ricerca e sperimentazione all’estremo: dal “basso ostinato” del violoncellista Enrico Sorbello, all’inedito quintetto di musica e vocalità senza confini di Serena Ganci; ai dialoghi sonori di Alessandro Librio e Ornella Cerniglia con la natura prorompente dell’Orto, al duo Monogatari che ha commentato musicalmente corti e mediometraggi giapponesi del XX secolo. Una video scultura è invece quella presentata dai Masbedo: due murene in amore, che si sfiorano e si abbracciano, salvo arrivare alla morte finale di una delle due.
"Con questo festival abbiamo semplicemente detto che questa città ha poco da invidiare alle altre piazze europee - dice Masino Lombardo, coordinatore del festival per CoopCulture - il tessuto culturale è vivo, forse spesso mortificato, ma certamente di alto livello e riconosciuto dal pubblico. Questa esperienza è nata all'indomani della pandemia per dare un palco alle compagnie locali. Oggi possiamo dire che quel palco è diventato una finestra sul mondo".
Il festival è inserito nelle attività finanziate dal PNRR per la rigenerazione e valorizzazione di parchi e giardini storici.
“Gli spettatori hanno premiato Metamorphosis, portandoci a riflettere sull’eterogeneità del pubblico di Palermo, capace di attraversare e vivere un festival basato sulla diversità dei linguaggi artistici, ponendosi con animo indagatore, lasciando libera la curiosità – dice Sabino Civilleri che firma la direzione artistica ed è presidente del collettivo Genia, partner del progetto – Immagino una terza edizione immersa nella storia e nella biodiversità dell’Orto Botanico, a contatto con gli esseri viventi custodi e abitanti di uno spazio prezioso per la città. E la produzione di un movimento collettivo attraverso i viali nell’incanto dei colori, degli odori e dei suoni. Ritengo fondamentali le linee che hanno guidato la costruzione di questa edizione: trasversalità generazionale, multidisciplinarietà, territorialità, diversità dei linguaggi, eterogeneità del pubblico, rapporto con vecchi e nuovi partner di produzione”.
Fonte: CoopCulture
Fonte Immagine: CoopCulture
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