La Polizia di Stato ha tratto in arresto Rubino Vincenzo, 28enne pluripregiudicato del quartiere Villaggio Santa Rosalia, ritenuto responsabile di ben 12 rapine, aggravate dall’uso di pistola, in danno di strutture alberghiere cittadine, oltre che di un tredicesimo assalto per il quale è stato già tratto in arresto dalla Polizia di Stato.
C’è stato un recente periodo nella storia della criminalità cittadina, il mese di settembre 2017, caratterizzato dalla commissione di ben 13 colpi ad altrettante strutture ricettive cittadine in diverse zone del capoluogo. Significativa, non soltanto la cadenza ma anche la sovrapponibilità dei “colpi” inferti quasi giornalmente, anzi nottetempo, da un rapinatore che agiva in solitario, con sfrontatezza e rapidità, munito di casco da motociclista, guanti e pistola contenuta in una tracolla e raggiungendo i luoghi delle rapine a bordo dello stesso motociclo. Il rapinatore ha dimostrato padronanza della geografia alberghiera cittadina e capacità di muoversi in scioltezza tra un quartiere e l’altro, facendo un bottino complessivo di quasi 9.000 euro.
L’escalation criminale di Rubino si è arrestata il 29 settembre, poco dopo aver compiuto l’ennesimo blitz, stavolta all’hotel Mediterraneo e dopo un rocambolesco inseguimento conclusosi nel suo quartiere, il “Villaggio Santa Rosalia”, dove è stato catturato e tratto in arresto dai “Falchi” della sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra Mobile e dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico.
Per quella rapina, Rubino è stato colpito prima da un provvedimento di Custodia Cautelare in Carcere e poi da una condanna in primo grado, che sta ancora scontando in carcere.
A Rubino, la Polizia di Stato è riuscita ad attribuire le altre 12 rapine, compiute tra il 2 ed il 19 settembre di quell’anno, per le quali oggi è stato raggiunto da un ulteriore provvedimento di Custodia Cautelare in Carcere, emesso dal GIP del Tribunale di Palermo e lo ha fatto attraverso lo svolgimento di laboriose indagini, anche attraverso efficaci tecniche investigative, che nulla hanno lasciato al caso. L’analisi compiuta dalla Squadra Mobile di ogni singolo “colpo” e dettaglio ha dato conto di un rapinatore senza scrupoli e per nulla sprovveduto, capace di modificare il suo comportamento e di adottare continue contromisure per tentare di sfuggire agli investigatori. Per esempio, a fronte di un unico orario scelto per i primi 11 assalti (le 6:30 di mattina), il malvivente ha optato per orari diversi in occasione degli ultimi due; Rubino ha, inoltre, scelto di diversificare gli assalti anche in relazione alla modifica di alcuni elementi ricorrenti, quali il mezzo di locomozione scelto, la cui sella è stata rifoderata di un colore diverso o la pistola utilizzata per compiere le rapine; a proposito di quest’ultimo particolare, è da sottolineare come il lasso di tempo trascorso tra il 19 ed il 29 settembre non sia stato interessato da rapine, probabilmente per la necessità del malvivente di procurarsi un’altra arma, avendo perso, in occasione della rapina del 19 settembre, il caricatore della rivoltella usata fino a quell’episodio, poi recuperato in quella circostanza dagli agenti che vi hanno trovato all’interno tre cartucce, a riprova di come il malvivente non portasse al seguito la pistola solo a scopo dimostrativo ed intimidatorio.
Importanti, infine, in ordine alla attribuzione delle 12 rapine al Rubino, anche i rilievi antropometrici svolti dalla Procura della Repubblica attraverso propri consulenti che si sono avvalsi di sofisticate metodologie scientifiche di ultima generazione, che hanno consentito di sovrapporre la figura di Rubino a quella del rapinatore in azione ripreso dalle telecamere a circuito chiuso dei singoli alberghi, confermandone la corrispondenza.
Fonte: Polizia di Stato
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