Colpo di scena nel caso Matilda, la bimba di 23 mesi morta il 2 luglio 2005 a Roasio, nel Vercellese, a causa di un violento colpo alla schiena. La Corte di Cassazione hanno accolto il ricorso dei legali della madre, Elena Romani, contro il non luogo a procedere nei confronti del suo compagno di allora, Antonio Cangialosi.
A dieci anni dalla morte della bimba, il fascicolo torna dunque al tribunale di Vercelli, dove sarà affidato a un nuovo giudice.
Per la Suprema Corte, infatti, il trauma del quale fu vittima la piccola Matilda venne prodotto durante l'assenza dall'abitazione della Romani, uscita nel cortile per stendere all'aria il cuscino lavato dal vomito della bimba che si era sentita male.
Secondo le perizie medico-legali, a far morire la bambina sarebbe stato un colpo violento alla schiena, forse un calcio, che le provocò lo schiacciamento di rene e fegato. Per la sua morte vennero indagati la mamma, assolta in via definitiva, e il compagno, le uniche persone che si trovavano nell'abitazione.
© Palermomania.it - Il portale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti