“Non pensavo di fargli così tanto male”. È quanto avrebbe detto ai suoi legali Martina Levato, la studentessa della Bocconi che il 28 dicembre scorso aggredì Pietro Barbini, col quale ebbe una storia al liceo, gettandogli dell’acido sul volto. La 23enne, rinchiusa nel carcere di San Vittore, avrebbe chiesto ai suoi avvocati quali fossero le condizioni dell’ex ragazzo, che rischia di perdere l’uso di un occhio.
"Volevo punirlo perché lui mi infastidiva con avances continue sulle chat", avrebbe detto Martina Levato, spiegando i motivi dell’aggressione. Per lei i suoi avvocati chiederanno con ogni probabilità la disposizione della perizia psichiatrica.
Intanto l’amante della Levato, Alexander Boettcher, in un colloquio coi suoi legali, avrebbe scaricato tutte le colpe del folle gesto sulla giovane studentessa, definendola una vera e propria “dominatrice” all’interno della coppia.
Il ragazzo ha detto che Martina faceva di tutto per averlo in esclusiva, insisteva per farlo dormire fuori casa ed esercitava su di lui un’attrazione che lo rendeva insicuro. In base a queste parole se ne deduce una versione che ipotizza la sua totale estraneità all’agguato.
L’atteggiamento dei due resta dubbio, rendendo ancora più difficile il compito dei giudici che devono stabilire se la Levato abbia ideato l’agguato o se sia stato un atto di coppia. Anche la 22enne esclude l’amante tedesco dalla vicenda, ma non è chiaro se sia un atto di debolezza e di sottomissione nei confronti di Boettcher.
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