Gli avvocati di Bruno Contrada hanno chiesto che l’ex capo della Squadre Mobile di Palermo abbia il diritto di essere reinserito nei ranghi dell’amministrazione della pubblica sicurezza e di percepire le cifre non corrisposte nei 25 anni di interdizione dai pubblici uffici. La richiesta è contenuta nel documento di diffida destinato al Ministero dell’Interno e all’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Una cifra di diversi milioni di euro quella da liquidare all’ex numero 2 del Sisde, al netto di quella che sarà poi la richiesta di risarcimento per l'ingiusta detenzione.
L'avvocato Stefano Giordano ha dichiarato: "La sentenza della Cassazione elimina completamente gli effetti penali della condanna. Tra questi vi era la sanzione dell'interdizione dai pubblici uffici per il dottor Contrada. Contrada avrà diritto a quel trattamento pensionistico e retributivo che non gli è stato riconosciuto per 25 anni".
Nei mesi scorsi la Corte di Cassazione ha revocato la condanna a 10 anni inflitta a Contrada, accusato di concorso in associazione mafiosa, scrivendo di fatto la parola fine per un iter giudiziario iniziato 25 anni fa. “È una sentenza libera e coraggiosa - aveva osservato Giordano -. Libera da pregiudizi, libera da incrostazioni, serena. Non è difficile comprendere il percorso logico che ha portato la Cassazione a questa sentenza. Si tratta del recepimento non acritico ma critico della sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo che ha stabilito già che per i fatti contestati a Contrada, il Contrada stesso non doveva essere né processato né condannato".
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