La prescrizione per Silvio Berlusconi e il fratello Paolo nel processo Unipol è definitiva. Lo ha deciso la VI sezione della Cassazione, che ha respinto i ricorsi degli imputati, che avevano impugnato il verdetto d’appello puntando al proscioglimento nel merito.
A chiedere di convalidare la sentenza di secondo grado erano stati, invece, sia il sostituto procuratore generale di piazza Cavour, Francesco Salzano, sia l’avvocato Carlo Federico Grosso, legale di Piero Fassino, parte civile nel processo.
La Suprema Corte ha confermato, inoltre, il risarcimento di 80mila euro già disposto dai giudici di Milano.
«Senza l’apporto concorsuale dell’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, non ci sarebbe mai stata la pubblicazione su “Il Giornale” dell’intercettazione telefonica sulla tentata scalata di Unipol a Bnl, a proposito della quale l’allora leader dei Ds, Piero Fassino, aveva pronunciato la frase “Abbiamo una banca”. Una conversazione non ancora depositata dalla Procura e che, quindi, non poteva essere resa nota». È questa la ragione per cui il sostituto pg ha sollecitato il rigetto dei ricorsi presentati da Silvio e Paolo Berlusconi.
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