Ennesima aggressione in un pronto soccorso in Sicilia. A farne le spese, come spesso avviene, il personale sanitario. L’ultimo episodio è accaduto a Catania, dove sabato sera intorno alle 22 un’infermiera dell’ospedale Vittorio Emanuele è stata minacciata e aggredita da un paziente.
A denunciare il fatto sono i sindacalisti Calogero Coniglio, segretario regionale del Coordinamento nazionale infermieri della Fsi, e Vincenzo Messina, segretario territoriale della Fsi.
L’uomo, al quale era stato assegnato un codice verde e ormai stanco di aspettare, è andato su tutte furie ha cominciato a gridare, insultare e minacciare di morte le due infermiere in servizio al triage.
Una di loro, per paura, ha tentato di chiudere la porta d’ingresso, ma il paziente strattonandola con forza è riuscito a entrare e ha chiuso violentemente la porta, facendo rimanere incastrata la mano dell’infermiera che ha riportato la frattura del quarto dito. Soccorsa dai suoi colleghi è stata giudicata guaribile con una prognosi di 30 giorni.
L'aggressore, che ha motivato il gesto con i lunghi tempi di attesa, è stato fermato dagli agenti della polizia recatisi sul posto immediatamente chiamati con il pulsante collegato direttamente alla Questura. L’uomo è stato identificato e denunciato.
«Il disastro è sotto gli occhi di tutti - dichiarano Calogero Coniglio e Vincenzo Messina -. Personale minacciato, maltrattato e malmenato, ore di attesa, carenze di infermieri, medici e personale di supporto, reclami e litigi continui per i ritardi nelle visite, pazienti nei corridoi, malcontento, paura e demoralizzazione tra il personale».
«A pagarne le spese - conclude Calogero Coniglio - e subire i maggior carichi di lavoro fisici e psicologici, rischiando aggressioni e denunce, purtroppo sono sempre gli stessi infermieri assegnati e che ruotano nella postazione del triage».
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