Testa china e sguardo basso per tutto il tempo. Lo sguardo di chi sa di aver sbagliato e soprattutto di aver deluso tutti coloro che credevano in lui. Fabrizio Miccoli è apparso così stamattina nel corso della conferenza stampa indetta per fare il punto della situazione sulla recente vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto e sulle pesanti dichiarazioni a proprosito di Giovanni Falcone. "Per me è un giorno importante - ha esordito Miccoli. - Dopo tutto quello che è successo non riesco più a dormire. Sono venute fuori cose che non penso..." La voce più volte rotta dal pianto. E ancora: "Ho testimoniato nel ventennale della morte di Falcone contro la mafia, ho dimostrato di essere una persona per bene. CHIEDO SCUSA A PALERMO E A TUTTI I PALERMITANI, alla mia famiglia che mi ha fatto crescere nei valori e nel rispetto verso gli altri. Anche io sono un padre di famiglia, ho due bambini. A loro vorrei far conoscere la legalità in tutti i modi possibili". Tanti i flash che hanno immortalato le sue lacrime. Per lui, nonostante le scuse pubbliche, nessun appalauso. "Io sono un calciatore - ha proseguito Miccoli, - non sono un mafioso. Sono qui da sei anni e forse per ingenuità sono stato sempre amico di tutti, senza sapere nemmeno chi fossero e senza pensare alle conseguenze. Io spero che mi possiate perdonare, se non adesso almeno in futuro quando le indagini andranno avanti e potrò dimostrare realmente chi sono". Poi qualcuno gli ha chiesto se avesse sentito la signora Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia. "Si - ha risposto Miccoli - l'ho chiamata io stesso. Lei mi ha detto che dovevo chiedere scusa e chiaramente io l'ho fatto". Ieri Fabrizio Miccoli è stato sentito in Procura per 4 lunghe ore. "E' stato positivo, ha commentato, perchè ho potuto dire la mia. E' uscito un altro Fabrizio, quello vero. Io ho ancora un'ingenuità da bambino e mi prendo le responsabilità di quello che ho detto e fatto. Ho parlato al telefono con Buffon che è un caro amico. Lo ringrazio per avermi sostenuto". Cosa accadrà adesso nemmeno lui lo sa. "Prenderò quello che verrà, l'importante è che questa brutta vicenda finisca presto". Infine un'ultima domanda: quali sono i ricordi più belli che ha legati alla città di Palermo. Difficile rispondere perchè il groppo in gola non glielo permette: "Non dimenticherò mai la partita con la Sampdoria, la finale di Coppa Italia.... non dimenticherò nulla, ogni singolo gol segnato per il Palermo e per voi....". A questo punto si commuove anche l'avvocato, tra lo stupore generale. Lacrime di coccodrillo? Chissà, forse si. Solo il tempo, le indagini e la verità, se verrà fuori, potranno farci capire di più. Oggi però Miccoli sa di aver sbagliato e chiede perdono cento volte a tutti noi. Quello che verrà lo vedremo. Una cosa è certa: oggi che è anche il giorno del suo compleanno, è un giorno che senza dubbio non potrà mai dimenticare.
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