I Carabinieri hanno dato esecuzione al decreto di confisca di beni, emesso dal Tribunale di Palermo nei confronti degli eredi di Buttitta Salvatore, definito “Il re delle cave” di Bagheria, deceduto nel 2008.
La misura di prevenzione trae origine dalle attività investigative, svolte dai militari del Nucleo Investigativo di Monreale, che hanno portato alla: cattura dell’allora latitante Rinella Salvatore, avvenuta il 6 marzo 2003, capo del mandamento mafioso di Trabia (PA); emissione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare in data 16 febbraio 2006 da parte del GIP presso il Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, che ha consentito di disarticolare la consorteria mafiosa trabiese con l’arresto di numerosi affiliati e favoreggiatori.
Come riferito dai collaboratori di giustizia Siino Angelo, Greco Giacomo e Giuffrè Antonino, Buttitta Salvatore, benché non formalmente affiliato a “cosa nostra”, era personaggio legato a Provenzano Bernardo, nel cui interesse svolgeva l’attività imprenditoriale.
Sulla scorta delle indagini patrimoniali svolte dai Carabinieri che tra il 2007 ed il 2013 hanno individuato e sottoposto a sequestro gran parte del patrimonio di Buttitta Salvatore, si è giunti all’odierna confisca di un ingente patrimonio mobiliare ed immobiliare, il cui valore è stimabile in circa 300 milioni di euro, comprendente:
2.300 particelle catastali riferite ad unità immobiliari site nei comuni di Altavilla Milicia, Altofonte, Bagheria, Belmonte Mezzagno, Bolognetta, Caccamo, Casteldaccia, Santa Cristina Gela, Santa Flavia, Termini Imerese, Trabia, Palermo e Polizzi Generosa; 9 società attive nei settori, dell’agricoltura, edile, del trasporto, etc.; 81 automezzi, mezzi d’opera e di cantiere; 29 conti correnti; 8 libretti di deposito al risparmio; 2 cassette di sicurezza; 2 rapporto titoli; 2 polizze assicurative.
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