Il rigore non basta, il bilancio regionale della Sicilia ha bisogno di un piano triennale di rientro concordato con il governo centrale. È la sintesi del giudizio emesso dal presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, Maurizio Graffeo, nel giorno del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione relativo all'esercizio finanziario 2014.
La Corte rileva «una situazione di grave emergenza» dei conti pubblici regionali, nonché «un progressivo deteriormento dei conti e un durevole peggioramento della situazione finanziaria che rendono improcrastinabile l'esigenza di predisporre un concreto programma di rientro del deficit ormai strutturale e consolidato in modo da realizzare un effettivo e credibile risanamento».
Uno dei principali allarmi riguarda il debito pubblico della Regione, che per effetto di una serie di operazioni ammonta complessivamente a 7 miliardi e 900 milioni di euro, registrando un aumento del 3,05% rispetto all’anno precedente. L'onerosità della situazione debitoria è maggiore se si considerano le due anticipazioni di liquidità per complessivi 900 milioni circa concesse dal ministero dell'Economia nel 2013 e la sottoscrizione di un prestito nel 2015, autorizzato dal parlamento regionale, per un miliardo 776 milioni.
Secondo la magistratura contabile «non si è provveduto a dare corso alle severe scelte strategiche pianificate con il Dpef 2014-2017». La Corte, dunque, segnala «l’esigenza che lo stato dei conti pubblici venga sottoposto a controlli da parte del governo centrale. A tal fine è necessario un piano triennale di rientro per il ripristino strutturale dell'equilibrio di bilancio in un intesa tra lo Stato e la Regione».
© Palermomania.it - Il giornale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli pił letti