Sempre più alta la tensione dopo l’esito del referendum in Crimea. Ormai è un susseguirsi di prese di posizione e duri attacchi, da una parte e dall’altra. Putin, ignorando le proteste internazionali e le minacce di sanzioni provenienti da Stati Uniti, Unione Europea e Giappone, ha informato ufficialmente il Parlamento e il governo russo della richiesta da parte della penisola di entrare a far parte della Federazione russa.
Il presidente russo ha anche firmato un decreto per riconoscere la Crimea come Stato indipendente. In termini di diritto internazionale, infatti, il riconoscimento dell’indipendenza è una tappa necessaria per la sua annessione alla Russia, in quanto questa procedura può avvenire solo tra due Stati indipendenti.
Putin non si è fermato solo a questo. Il presidente ha approvato anche una bozza di trattato di annessione della Crimea, confermando che la Russia intende renderla un proprio territorio. Il testo dovrà essere firmato dal leader russo e dal premier della Repubblica di Crimea, Serghei Aksenov, che è già a Mosca, per poi essere ratificato dal parlamento. Il presidente russo ha, tra l’altro, ordinato alle autorità istituzionali russe di approvare l'ingresso della Crimea nella federazione.
I passi delle Russia, però, non piacciono a gran parte della comunità internazionale. Il Giappone, finora in silenzio sulla vicenda, si è aggiunto all’elenco degli Stati che hanno annunciato sanzioni nei confronti di Mosca. “Il referendum viola la Costituzione dell’Ucraina e non è giuridicamente efficace”, ha detto il ministro degli esteri Fumio Kishida. Le misure che il governo giapponese intende adottare, non specificate nei dettagli, includono la sospensione dei colloqui sul rilascio accelerato dei visti e il congelamento dei negoziati su accordi per investimenti ad ampio raggio e delle intese bilaterali sull’uso pacifico dello spazio contro attività militari pericolose.
Intanto, oggi era prevista la visita a Mosca dei ministri francesi degli Esteri e della Difesa, Laurent Fabius et Jean-Yves Le Drian. Avrebbero dovuto incontrare i loro omologhi Sergei Lavrov et Sergei Choigou, ma l'incontro è stato annullato. Il ministero degli Esteri russo non ha spiegato la ragione, ma nei giorni scorsi l'Eliseo aveva sottolineato che si sarebbe svolto "in funzione dei passi in avanti sul dossier ucraino".
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