Il tavolo sul cronoprogramma avviato a Montecitorio dal presidente della Camera Roberto Fico procede a rilento, tra mugugni, schermaglie e difficoltà, con la convinzione, per giunta, che la partita decisiva si giochi su altri tavoli. Ma il lavoro va avanti, nonostante ci sia incertezza persino sulla stesura di un documento finale, al momento non così scontato. Lo vorrebbe nero su bianco Italia Viva, per gli altri alleati di governo la questione non sembra determinante, mentre il 'responsabile' Bruno Tabacci replica deciso: il sigillo sul programma deve metterlo una sola persona, Giuseppe Conte, che al tavolo non c'è. Continua a dividere soprattutto il Mes, riportato sul tavolo dai renziani, che hanno chiesto almeno un ricorso parziale al fondo Salva Stati, previa valutazione delle misure da finanziare. Anche il 'responsabile' Bruno Tabacci si è detto favorevole, mentre i dem hanno ribadito come occorra finanziare con maggiori risorse la sanità. Ma il no, netto e convinto, è arrivato da M5S, come da attese: sul salva Stati il Movimento non è disposto a trattare.
Distanze sono state registrate anche sulla riforma fiscale, nonché sulle riforme istituzionali e il Recovery plan. Italia viva ha chiesto l'istituzione di una commissione bicamerale sulle riforme - idea calata sul tavolo nel gelo degli alleati- che si occupi, fra le altre cose, di legge elettorale. I renziani, su questo fronte, hanno sparigliato ribadendo sì la loro propensione al maggioritario, ma dicendosi disponibili ad accettare anche il proporzionale a patto che vengano reintrodotte le preferenze, un'accelerazione che sembra non essere stata molto gradita dai dem.
Al contrario, il M5S è tornata a chiedere a gran voce il ritorno delle preferenze - in questo in linea con i renziani - e il voto ai 18enni anche per il Senato. Anche sulle politiche del lavoro, frizioni e distanze al tavolo. Italia viva ha chiesto un salto di qualità per Anpal e Inps - nel mirino, come era da aspettarsi, Pasquale Tridico - indisponendo ulteriormente i 5 Stelle.
Anche sul reddito di cittadinanza botta e risposta tra le parti, con i grillini che difendono uno dei loro cavalli di battaglia. “Completiamo il reddito di cittadinanza con il rafforzamento delle politiche attive e dei controlli, così come del resto era previsto fin dall’inizio”, la posizione portata al tavolo dalla delegazione del Movimento 5 Stelle in tema di lavoro. Accanto al completamento del reddito di cittadinanza, sarebbe stata avanzata dal Movimento la proposta di “riforma degli ammortizzatori sociali che sarebbero destinati a tutte le categorie di lavoratori, compresi gli autonomi”. Proposta anche l’introduzione di “un salario minimo e l’equo compenso per professionisti e lavoratori autonomi”.
Fonte: Adnkronos
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