La Cgil ha pubblicato un dossier sullo stato delle strade siciliane. E' un vero proprio viaggio tra buche e frane. Secondo il sindacato sarebbero necessari almeno 105 milioni di euro per gli interventi da effettuare in tre anni. In una nota la Cgil sottolinea che i lavori per ripristinare le strade potrebbero essere: “Un'occasione occasione di lavoro che non possiamo perdere”.
Sono in totale oltre 47 i chilometri di strade secondarie interrotte in provincia di Palermo: in totale si tratta di 19 strade provinciali chiuse e due ex comunali su una rete stradale di 2.624 chilometri, di cui 1.600 chilometri di strade provinciali.
Pericolosissime le strade siciliane nel 2014 su quasi 100mila veicoli in transito nella provincia di Palermo sono stati registrati 4,5 morti ogni 100mila veicoli: “Emerge nel nostro studio sulla viabilità è quello della sicurezza per la gente che si sposta in auto per andare al lavoro – aggiunge Mario Ridulfo - Nel 2014, ultimo dato disponibile, in provincia di Palermo su 993.315 veicoli in transito ci sono stati 45 vittime e 4.312 feriti. In pratica 4,5 vittime ogni 100 mila veicoli. Più di Napoli, 4,1 vittime ogni 100 mila veicoli e di Milano, 4,4 vittime ogni 100 mila veicoli”.
Sulle Madonie, in particolare si legge nel dossier, le strade sono transitate giornalmente dai Tir che trasportano il salgemma dalla miniera di Petralia sono tutte franate.L'intercomunale 19 di Raffo Bivio Madonnuzza (km 4,600) presenta 3 frane e sconnessioni e dislivelli. L'altra strada che i camion percorrono è la provinciale 11 di Blufi (km 8,100) che collega i comuni delle Madonie con lo svincolo autostradale di Irosa: la strada ha 4 frane e si presenta dissestata in larghi tratti. La strada che porta all'ospedale di Petralia è in cattive condizioni così come quella che collega Corleone agli aeroporti Falcone e Borsellino e Birgi e alle località balneari. La strada provinciale 7, che collega Cerda con Montemaggiore Belsito e con Alia, è ancora chiusa al transito dal km 12 al km 22, malgrado sia oggetto di un finanziamento con progetto esecutivo del 2012, dell'importo di 2.565 mila euro. Il cartello che prevedeva l'inizio e la fine dei lavori di manutenzione straordinaria e di ricostruzione del muro della strada nel maggio 2015 è lì, ma le opere, dopo quattro anni, non sono mai iniziate.
Sono alcune delle segnalazioni che la Cgil ha messo nero su bianco in un dossier sulla viabilità secondaria che viene presentato su “Viabilità secondaria: necessità primaria” nella sede della Cgil, in via Meli, 5. Un dossier che ha preso le mosse da un viaggio realizzato dalla Cgil in macchina percorrendo quasi 1000 chilometri, in quattro tappe, all'interno delle cinque aree della nostra provincia: l'Alto Belice Corleonese, la Costiera occidentale partinicense, la costiera orientale termitana, la Lercarese Sicana e le Madonie. Il dossier vuole accendere i riflettori sul tema delle strade dissestate, un'emergenza di cui ne fanno le spese abitanti e l'apparato produttivo delle zone. E' stato redatto un elenco di tutte le strade chiuse e tutti gli interventi stradali già finanziati, emerge che nel prossimo triennio – in particolare per il 2017 e il 2018 - ci sono 105 milioni di euro da impiegare per 63 interventi sulle strade secondarie dissestate, franate, interrotte, nell'area della città metropolitana. Strade da riparare che possono essere occasione di lavoro per edili, geologi, ingegneri, forestali.
La Cgil chiama a raccolta istituzioni, enti, associazioni e comuni, dall'Anas, all'assessorato ai Trasporti della Regione, al Comune di Palermo, ai Comuni della Provincia, per avviare una fase di monitoraggio e di controllo della spesa dei fondi destinati a questi lavori, molti dei quali programmati da anni ma mai iniziati.
“Un anno fa – dichiara il segretario generale Cgil Palermo Enzo Campo - il cedimento del viadotto Himera sull'autostrada Palermo Catania ha acceso i riflettori sullo stato disastroso delle nostre strade secondarie. Sono venti in provincia di Palermo le strade chiuse, che cadono a pezzo. Tutte necessitano di ripavimentazione ma sono pochissimi, appena un paio gli interventi in corso. Con la chiusura delle Province gli interventi per i 1.600 km di strade provinciali si son ridotti. Strade abbandonate a se stesse, ridotte a mulattiere, come le Regie Trazzere della pre Unità d'Italia”. “Oggi la Cgil – aggiunge Enzo Campo - vuole raccontare questo disagio e creare le condizioni per superarlo, perché la situazione è rimasta immutata. Una situazione d'emergenza e di totale precarietà, con collegamenti stradali difficili, paesi che con l'inverno rischiano di restare di nuovo isolati. Nell'area delle alte e basse Madonie l'assenza di manutenzione ha comportato la chiusura di interi assi viari di collegamento. E con le piogge, le ordinanze di frane e smottamenti sono destinati ad aumentare, se non si interviene”.
La manutenzione è ciò che più scarseggia, da ben prima della crisi della ex Provincia. “Ci sono progetti fermi da anni nei piani pluriennali delle opere pubbliche, che vengono puntualmente riproposti di anno in anno, si tratta sia di piani di manutenzione ordinaria che di messa in sicurezza e miglioramenti – dice Mario Ridulfo, della segreteria della Cgil di Palermo – Per il 2016 ci sono 11 interventi per un importo totale di 3 milioni 732 mila euro. La cifra è destinata di gran lunga a salire nel 2017, anno in cui si prevedono 32 interventi finanziati per 56 milioni 190.543 euro. E nel 2018 ci sono 20 interventi per un totale di 45 milioni 281.455 euro. Scopo della nostra iniziativa è attivare una forma di controllo da parte dei soggetti istituzionali, città metropolitana, Anas, Regione sulla gestione corretta di questi appalti, far sì che i lavori partano e abbiano un termine, con il ripristino di condizioni stradali di decenza e sicurezza e con le ricadute che i territori aspettano dal punto di vista economico. L'interruzione delle strade sta minando le potenzialità di sviluppo di molto paesi e creando disparità tra le varie realtà. Per questo chiediamo che si dia il via al ripristino delle strade, per riavviare il volano dell'economia”.
La Cgil ha percorso strade statali come la SS 120, la strada dell'Etna, strade provinciali come la 4, che collega San Cipirrello a Corleone: qui, ad esempio, la strada è stata ripristinata autonomamente dagli abitanti della zona, impossibilitati a raggiungere i propri terreni, senza seguire alcuna norma sulla messa in sicurezza del percorso. L'intercomunale 19 di Raffo Bivio Madonnuzza (km 4,600) presenta 3 frane e sconnessioni e dislivelli. L'altra strada che i camion per la miniera di sale Petralia percorrono è la provinciale 11 di Blufi (km 8,100) che collega i comuni delle Madonie con lo svincolo autostradale di Irosa: la strada ha 4 frane e si presenta dissestata in larghi tratti. Anche la strada di collegamento intercomunale “Irosa”, svincolo Irosa-Bivio Madonnuzza, nella parte di collegamento Irosa-Blufi, nei primi 4 km, quelli più battuti dai camion, si presenta dissestata in più punti. La strada ex consortile n° 10 “Di Catuso-Rurale5-Portella Pero”, che consente l'accesso alla discarica consortile Rsu di Castellana Sicula ai camion e ai mezzi agricoli che vanno a scaricare i rifiuti, è totalmente dissestata e sconnessa in diversi punti dei suoi 8 chilometri, perché allagata dalle acque di scolo dei terreni.