"L'incidenza delle sofferenze sui prestiti per acquisto di abitazioni, ancora bassa, inizia a mostrare segnali di deterioramento". E' l'allarme lanciato dal governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi che, nel suo intervento alla giornata mondiale del risparmio evidenzia come "per le famiglie e le imprese il rialzo dei tassi interbancari si rifletterà in un aumento del costo dei prestiti a tasso variabile". Mezzo punto in più - spiega - "comporterebbe in media un aggravio dello 0,6% del reddito disponibile; l'incidenza sarebbe maggiore per le famiglie meno abbienti".
MUTUI SUBPRIME, BANCHE ITALIANE POCO ESPOSTE
"L'esposizione diretta dei maggiori gruppi bancari italiani al settore dei mutui subprime statunitensi è limitata": è quanto afferma il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi secondo il quale "nessun gruppo ha segnalato di aver erogato prestiti verso controparti americane con basso merito di credito". Nel suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio il numero uno di Bankitalia ha sottolineato inoltre che "anche con riferimento a rischi indiretti, il sistema bancario italiano non sembra aver subito perdite significative rispetto alle sue dimensioni patrimoniali. Sono in corso continue verifiche della Vigilanza". Secondo Draghi, infine, "la trasparenza dell'informazione sull'esposizione al rischio è un fondamento della stabilità". Un richiamo, infine, "in particolare per le banche più esposte ai rischi di mercato, la necessità di affinare costantemente la gestione della liquidità, guardando al passivo non meno che all'attivo".
SUI DERIVATI ENTI LOCALI SIANO CONSAPEVOLI RISCHI
"Gli amministratori locali devono agire in modo consapevole: i derivati sono utili per gestire determinati rischi finanziari; non devono essere usati per migliorare temporaneamente i flussi di cassa, addossando oneri, in modo non trasparente, alle amministrazioni future". E' il richiamo del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi nel suo intervento alla giornata mondiale del risparmio. Il governatore sollecita anche le banche, ed annuncia di aver già realizzato qualche intervento: "quelle che non sono in grado di misurare e gestire correttamente i rischi dei derivati devono astenersi dal negoziarli".
RISERVE SU NORME OPA, SERVE RIPENSAMENTO
Il decreto legislativo che recepisce la normativa europea sull'Opa "suscita qualche riserva" da parte del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi secondo il quale, per alcune specifiche misure, "un ripensamento appare auspicabile". Draghi, che promuove il provvedimento per gli aspetti di tutela degli azionisti di minoranza e le regole di reciprocità, punta l'indice sulla parte che introduce la "regola la neutralizzazione" in base alla quale "perdono efficacia alcune misure di difesa preventive in caso di Opa". "Questa norma - dice Draghi - può ostacolare l'apertura degli assetti proprietari delle società; può incoraggiare il ricorso a strumenti meno trasparenti di separazione tra proprietà e controllo, che sono sottratti al suo ambito di applicazione; può esporre le offerte pubbliche ad un forte rischio di contenzioso legale per la quantificazione dell'indennizzo previsto". "Un ripensamento è auspicabile.- aggiunge Draghi - Il diritto di recesso dai patti parasociali in corso di Opa, una norma che le nuove regole mantengono, ottiene lo stesso fine con costi minori. E' preferibile lasciare all'autonomia statutaria delle società una decisione sulla regola di neutralizzazione come la direttiva consente: sta agli azionisti valutarne vantaggi e svantaggi nel caso concreti".
QUALITA' FONDI COMUNI INSODDISFACENTE RISPETTO COSTI
La qualità dei fondi italiani è spesso insoddisfacente rispetto ai costi. Parola del governatore della Banca d'Italia Mario Draghi che punta il dito contro le gestioni del risparmio. "I fondi comuni aperti - ha detto Draghi nel corso del suo intervento alla Giornata Mondiale del Risparmio - mostrano da tempo un andamento insoddisfacente. Dal 2002 al 2006, mentre il patrimonio dei fondi comuni europei è aumentato del 76%, i fondi collocati in Italia sono cresciuti del 31%, meno della metà". Nel giugno del 2007, rileva inoltre, il patrimonio dei fondi di diritto estero ha superato per la prima volta quello dei fondi di diritto italiano. "I fondi esteri - spiega - godono di significativi vantaggi fiscali. Sono tassati sul risultato realizzato, anziché sul maturato. E' un handicap serio, su cui occorre intervenire. Anche se la tassazione che grava sul reddito d'impresa delle società di gestione è altrove molto inferiore a quella italiana". Ma Draghi avverte che "lo svantaggio fiscale, però, se contribuisce a spiegare il calo dei fondi di diritto italiano, non basta a dar conto della lentezza dello sviluppo complessivo del mercato. Ha pesato la concorrenza di altri prodotti finanziari, dalle polizze vita ai titoli e prodotti strutturati. Ma l'industria italiana deve riflettere soprattutto sugli elementi che sono sotto il suo diretto controllo. La qualità delle gestioni - avverte - non di rado è insoddisfacente rispetto ai costi". E l'andamento peggiore ha riguardato i fondi obbligazionari dove le commissioni sono particolarmente pesanti rispetto ai rendimenti. Non ci sono ragioni, secondo Draghi, perché l'industria italiana del risparmio gestito non possa svolgere un ruolo importante nel mercato europeo, contribuendo alla creazione di valore per i gruppi che ad essa partecipano. "La 'materia prima', sostiene, il risparmio nazionale, non manca, e potrà arricchirsi con lo sviluppo della previdenza complementare".