Si chiama Mamadee ed è il ragazzino di undici anni che ha sconfitto l’ebola ballando sulle note di Azonto mentre la gente attorno a lui lo osserva. A guardarlo viene quasi difficile credere che sia stato colpito dal virus.
Il 15 agosto il ragazzo si reca nel centro di trattamento dell’Ebola di MSF a Foya, in Liberia, presentando i sintomi tipici del virus, e cioè nausea, febbre, dolori muscolari, affaticamento, dolore addominale e diarrea. I medici iniziano a curarlo con solo multivitamine, paracetamolo, soluzioni orali per reidratarlo, antibiotici e pastiglie antimalaria. Dopo cinque giorni Mamadee comincia a sentirsi meglio, gioca e corre per tutto il centro. I primi di settembre anche Maya la sorella maggiore di Mamadee viene ricoverata nel centro, ma la ragazza di 14 anni, però, muore dopo pochi giorni dal suo arrivo. Un paio di giorni più tardi, invece, giunge finalmente il risultato del test del ragazzino, che risulta negativo: Mamadee ce l’ha fatta, è riuscito a sconfiggere l’Ebola. Lui, a soli 11 anni, è sopravvissuto al virus che sta mietendo numerose vittime in Guinea, Liberia, Sierra Leone, Nigeria e Senegal, dove si contano 700 nuovi casi a settimana. Ad oggi sono oltre 2.800 i decessi da quando l’epidemia di Ebola è stata dichiarata ufficialmente lo scorso 22 marzo.
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