Una donna attiva, combattente, competente, libera dagli schemi politici, la dott.ssa Francesca Di Gaudio, chimico e ricercatore universitario da anni si preoccupa di tutelare la salute della gente e vuole continuare a farlo, consapevole che la politica può offrirle quegli strumenti che le consentirebbero di poterlo fare meglio.
Raccontandosi in un’intervista a palermomania.it emerge tutta la sofferenza, ma anche e soprattutto, tutta la forza di una donna che ha dovuto lottare contro un sistema difficile. Nonostante tutti gli ostacoli è comunque riuscita a farsi strada rimanendo ancorata ai suoi valori etici, umani e professionali.
Cominciamo col chiedere chi è la dott.ssa Francesca Di Gaudio?
“Per capire chi è Francesca Di Gaudio forse dovrei partire da chi ero. Ero una liceale romantica del liceo classico, studiavo latino e greco, camminavo con la mia “vespetta” bianca con la mia amica del cuore Giuliana. Provengo da una famiglia in cui i politici in tempo di elezioni nemmeno passavano, perché contavamo tre voti e non essendo pubblici dipendenti non potevamo influire in nessun modo. Quindi non perdevano tempo con noi”.
Lavorando dott.ssa Di Gaudio dopo tante vicissitudini personali e lavorative decide di partecipare ad un concorso che la porta al Policlinico di Palermo. Cosa è emerso da questa sua esperienza?
“Lavorando al Policlinico mi accorsi che oltre a fare le analisi in modo sommario c’erano 34 laboratori in un solo ospedale e che una paziente in gravidanza per fare un check up di base doveva girare tutti i viali del Policlinico. Oggi grazie ad un mio intervento da 34 laboratori siamo passati a 8, infatti, il paziente si reca in un solo centro prelievi e il medico riceve il referto on-line. Ma non solo, quando è uscita la norma nazionale sulla riorganizzazione dei laboratori fu dato incarico ai direttori generali di presentare un piano. Il direttore generale diede questo compito a me che ero l’ultima arrivata”.
Come nasce il Centro Regionale Qualità Laboratori?
“A quello che ai tempi era l’assessore alla Sanità dissi che secondo me dovevamo pensare ad uno strumento di conoscenza. E nel 2010 fu firmato il decreto che diede vita al Centro Regionale Qualità Laboratori. Adesso sul sito della Regione esiste una piattaforma che con un click raggiunge tutte le strutture di laboratori da dove è possibile attingere qualsiasi tipo di informazione. Successivamente dallo strumento di conoscenza abbiamo creato il Sistema Controllo Qualità Laboratori.
Attraverso il C.R.Q.L. si è messo a punto un sistema di controllo dei laboratori della Regione".
Come mai la decisione di scendere in politica?
“Io vorrei continuare a fare il mio lavoro e scendendo in politica so che potrei fare molto di più. Inoltre, ho un’eticità che mi impone di continuare questo lavoro e se non mi faccio ulteriormente avanti sprecherei tutto quello che ho fatto finora”.
Un dato che emerge da un sondaggio condotto dall’Istituto Demopolis è che il 26% dei siciliani non sa che il 5 novembre si andrà al voto.
“Tante volte entrando in cabina elettorale non ho avuto un riferimento valido a cui destinare il mio voto. Quindi posso comprendere la sfiducia dei siciliani verso la politica. Ma Iinvito i siciliani a non rinunciare al diritto di votare. Con l’astensionismo teniamo ferme e bloccate figure valide che hanno voglia di fare crescere questa terra e credo che io insieme ad altri potrei fare ancora di più rispetto a quello che ho fatto finora”.
Primo intervento che farebbe se dovesse essere eletta?
“Al Policlinico c’è questo laboratorio che ha un grande potenziale. Ecco io vorrei rendere maggiormente produttivo questo Centro per fare, tra le altre cose, il controllo di qualità gratuito in tutti i laboratori, che sono già vessati dalle tariffe nazionali fatte sulla base della produttività dei laboratori che hanno milioni di prestazioni che vengono rimborsate troppo poco".
Come mai si sta presentando con l’UDC?
“Perché è stato l’unico Partito ad avere il coraggio di candidare una come me e non è da tutti allinearsi a chi ha la capacità di sapere osservare i fenomeni e il coraggio di dire le cose come stanno. Non voglio dedicare i miei giorni della vita politica a cercare il consenso, le persone non devono avere bisogno della “raccomandazione” pure per la visita medica o specialistica. Voglio un sistema libero, voglio che la gente sia libera di votare la persona in cui crede”.
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