Domenica 5 novembre 2017 si terranno le elezioni regionali in Sicilia. Tra i candidati, il presidente uscente, Rosario Crocetta e non mancano le polemiche di settori del suo partito, il Pd, per la scelta del Governatore di presentarsi con il suo movimento "Riparte Sicilia". “Un fantasma si aggira per la Sicilia. Un incubo ad occhi aperti o una commedia scritta male. Con quale faccia Crocetta si ripresenta ai siciliani, lo sa solo lui. Una cosa è certa, lo scherzo è finito: è arrivato il momento di voltare pagina”. La provocazione, indirizzata al presidente della Regione Siciliana, arriva tramite un post su Facebook dal deputato del Movimento Cinque Stelle Giampiero Trizzino.
Anche Vittorio Sgarbi si candida presidente della Regione Sicilia: il critico d'arte ha già amministrato sull'isola: per quattro anni, infatti, è stato sindaco di Salemi, in provincia di Trapani.
Scende in campo anche Nello Musumeci, leader di DiventeràBellissima.
Annunciano la loro candidatura anche la democristiana e autonomista Piera Maria Loiacono, che sarà sostenuta dalla coalizione “Libertà e Democrazia” e Ottavio Navarra che negli anni Novanta fu uno dei leader della “Pantera”, segretario della Sinistra giovanile e poi deputato del Pds e oggi l’editore indipendente.
Al momento i sondaggi vedono in testa il Movimento 5 Stelle, che ha scelto come candidato alla presidenza il deputato dell’Ars Giancarlo Cancelleri. "Non aspettiamo altro che andare a votare per segnare la svolta alla Regione – ha detto Cancelleri -. Peraltro la data è perfetta: 5 novembre come 5 Stelle". "Il giorno indicato - aggiunge - mi ricorda peraltro un film, V per vendetta, incentrato su questa data. Peraltro si vota dopo la commemorazione dei morti... Prima ci sono i morti, poi la rinascita con noi...".
Dicono di no invece Barbara Cittadini, presidentessa dell’associazione delle case di cura siciliane, e il presidente del Senato Pietro Grasso, a cui un gruppo di intellettuali ha inviato una lettera esortandolo a candidarsi per la sua Sicilia.
Ma secondo un’analisi condotta dall’istituto Demopolis, se si votasse oggi per le Elezioni regionali in Sicilia, oltre 2 milioni e mezzo di cittadini resterebbero a casa.
Su 4 milioni e 600 mila elettori, si recherebbero alle urne circa 2 milioni di siciliani, molto meno della metà degli aventi diritto. "Si avverte - afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento - una chiara compromissione della fiducia dei cittadini nei partiti e nelle istituzioni regionali. Una larga maggioranza dei siciliani appare convinta che la politica, anche per assenza o cattiva gestione delle risorse, non sia più in grado oggi di incidere sulla vita reale delle famiglie e sulle prospettive delle nuove generazioni". La fiducia nei partiti, come emerge dal trend del Barometro Politico Demopolis, raggiunge il suo minimo storico e crolla al 4%: 16 punti in meno rispetto a 10 anni fa.
La Sicilia è una regione che paga gli effetti della crisi degli ultimi anni: il 53% di chi vive nell'Isola ritiene peggiorata, rispetto a 5 anni fa, la situazione economica della propria famiglia, che rimane invece più o meno uguale per il 42% dei cittadini intervistati da Demopolis. Durissimo è il giudizio dei siciliani sulle mancate politiche per la crescita e per il lavoro da parte della Regione. L'85% dei cittadini valuta negativamente le Politiche per lo sviluppo e l'occupazione attuate in Sicilia negli ultimi anni dal Governo Regionale. "Il riflesso sui partiti e sulle istituzioni politiche regionali - aggiunge il direttore dell'Istituto Demopolis - è evidente e si riflette in una grave disaffezione al voto: in assenza di nuovi segnali di fiducia, l'area dell'astensione rischia, il 5 novembre, di andare oltre qualunque quota fisiologica".
© Palermomania.it - Il giornale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli pił letti