Brittany Maynard, 29 anni, si è suicidata. Ha compiuto sabato 1 novembre il gesto che aveva già annunciato con un video virale, diventato poi caso mediatico. Malata di cancro in fase terminale, diagnosticato a inizio 2014, la donna aveva annunciato di aver scelto di andarsene dalla vita con l'eutanasia: “Voglio morire con dignità”, così aveva detto, perfettamente consapevole che il male non le avrebbe lasciato più molto tempo per vivere.
Forse pensava che le sue ultime settimane sarebbero state terribili e che la malattia le avrebbe tolto tutto, anche la gioia di morire, dopo una vita vissuta nell’amore di amici e famiglia. Ma ha detto no e, sino all’ultimo, ha goduto dell’esistenza sino in fondo: il mese scorso era anche riuscita a fare una gita da lungo tempo sognata al Grand Canyon con suo marito, Dan Diaz.
Brittany Maynard è morta nel suo letto, tra le braccia dei suoi cari. L’annuncio è stato dato da un portavoce dell’associazione “Compassion & Choices”, Sean Crowley; ''Brittany e' morta, ma il suo amore per la vita e la natura, la sua passione e il suo spirito continuano a vivere'' ha aggiunto Barbara Lee Coombs, presidente dell'organizzazione che ha sostenuto Brittany.
La 29enne malata di cancro al cervello, che si era trasferita dalla California all’Oregon per poter ricorrere all’eutanasia, ha dunque deciso di mettere fine alla sua vita, ma non tarda a scoppiare la polemica.
Nessuna speranza di guarigione: nell’aprile scorso i medici le avevano detto che le restavano solo sei mesi di vita e alcune settimane fa aveva annunciato che avrebbe potuto ricorrere all’eutanasia il 1° novembre: “ Ho scelto questo giorno per porre fine alle mie sofferenze e morire con dignità”. Qualche giorno fa aveva comunicato che aveva deciso di attendere qualche giorno perché si sentiva ancora abbastanza bene.
Ma la situazione era sempre più grave e le sue condizioni sono peggiorate rapidamente. Sean Crowley ha riferito che Brittany Maynard “soffriva di convulsioni sempre più lunghe e frequenti, di forti dolori alla testa e al collo e di sintomi simili a quelli dell’ictus. Poiché la situazione era sempre più grave, ha deciso di abbreviare il processo di morte assumento i farmaci che aveva ricevuto mesi fa”.
Intanto, rimane aperto il dibattito sul fine-vita, tra moralismi radicali che parlano di suicidio/omicidio e drastiche scelte democratiche che pensano alla morte come parte di una sfera privata sui cui l’uomo può insindacabilmente decidere in libertà.
I greci la chiamavano “la buona morte”, e nell’antichità spesso il suicidio veniva considerato con rispetto, ma Ippocrate lo condannò insieme all’aborto. Dagli albori della medicina, l’eutanasia è un tema dibattuto, ma quanto scandalo dinanzi alla morte, che si alterna alla vita in modo ineludibile: chi è l’uomo per sostituirsi al destino? Nessuno, ma sta in lui quella minima e fondamentale parte di coscienza che lo mette al mondo in modo critico e lo distrugge mantenendone il ricordo.
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