Non si arrestano i femminicidi in Italia: in soli due giorni sono state 4 le donne uccise dai propri compagni. In più, un’altra ragazza è in coma, dopo essere stata massacrata dal suo fidanzato.
Il fatto ancora più allarmante è che il fenomeno sembra non fermarsi nonostante il crescente numero di denunce per maltrattamenti.
Nel 2016 si è verificato un femminicidio ogni tre giorni. A seconda delle fonti, il numero delle vittime oscilla tra i 110 e i 120. Mentre secondo i dati ufficiali, nei primi cinque mesi del 2017 si sono contati almeno 29 casi.
Da Bari a Montepulciano, da Monza a Cagliari: le violenze degli ultimi giorni non hanno escluso nessuna zona d’Italia. Donata De Bello, 48 anni, è stata uccisa giovedì a Bari dal suo compagno durante l’ennesimo litigio; a Dragoni, nel Casertano, Maria Tino, 49 anni, è stata ucciso dal compagno, che le ha sparato in strada: la donna era sopravvissuta un anno fa a 25 coltellate inflitte dall’ex marito. Venerdì, invece, a Montepulciano (Siena), un operaio di 56 anni ha ucciso l'ex moglie, una romena di 42 anni, a coltellate, mentre era nella casa di due anziane che accudiva. A Roma un 79enne si è tolto la vita lanciandosi dal quinto piano dopo avere ucciso la moglie di 81 anni, Mirella Fiaccarini, con una busta di plastica in testa. Entrambi erano malati. A Cagliari, invece, un giovane di 25 anni ha picchiato la fidanzata al termine di una lite e, credendola morta si è gettato da un cavalcavia. La ragazza, 26 anni, invece era ancora viva ed è ricoverata in ospedale, in coma farmacologico.
Una "mattanza da fermare", chiedono a gran voce l'ex ministro Mara Carfagna e la tante associazioni attive nell'assistenza alle donne, da Telefono Rosa ad ActionAid: negli ultimi dieci anni le donne uccise in Italia sono state 1.740, di cui 1.251 (il 71,9%) in famiglia. Secondo un'analisi dell'associazione Sos Stalking, nel 32,5% degli omicidi di donne avvenuti negli ultimi dieci anni è stata utilizzata un'arma da taglio, nel 30,1% l'assassino ha dato fuoco alla vittima. Spesso capita che in seguito al delitto, il killer tenti il suicidio: nel 31,3% dei femminicidi l'assassino si è poi tolto la vita, nel 9% ci ha provato senza riuscirci.
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