Berlusconi ha "interesse a scatenare un conflitto permanente" che coinvolge anche le istituzioni. Lo ha detto Gianfranco Fini. "Berlusconi alza muri per far dimenticare i suoi fallimenti, scava fossati contro i nemici: i comunisti, i giornalisti, i magistrati, gli alleati infedeli, Santoro, Fini... Va ben oltre il conflitto politico". Fini commenta anche il caso Ruby: "E' un'ipocrisia dire che il giudice naturale è il Tribunale dei ministri".
Il presidente della Camera ha ripetuto ciò che aveva dichiarato quattro mesi fa: "Se quella telefonata c'è stata, ci sarebbe un uso privato di incarico pubblico". "Nulla da aggiungere oggi, se non che sottoscrivo in pieno quanto ha detto il capo dello Stato: l'imputato ha diritto di difendersi nel processo, non dal processo. Ed e' un'ipocrisia dire: il giudice naturale è il Tribunale dei ministri. Se fosse davvero così basterebbe che il Pdl chiedesse alla Camera l'autorizzazione a procedere in tal senso. Altrimenti è tutto un infingimento. Un gioco degli specchi".
"Si tratta - spiega Fini sulla questione dell'Ufficio di presidenza che sarebbe chiamato a pronunciarsi - di una questione molto delicata per una semplice ragione: non ci sono precedenti. Se si porrà la questione la affronterò. Bisognerà condurre un'istruttoria molto attenta, ascoltando il parere della Giunta del regolamento. D'altronde, non mi sembra che ci siano le idee molto chiare neppure tra i legali del presidente del Consiglio...".
"Essere eletti non è essere unti dal Signore"
"Essere eletti dal popolo, anche se si è eletti con il 99,9% dei voti, non comporta sentirsi al di sopra della legge e quindi unto dal Signore e coperto da una stabile impunità''. Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini in un'intervista a Annozero. ''A lungo andare - ha aggiunto Fini - questa presunzione determina quel conflitto istituzionale in presenza del quale, purtroppo, ci troviamo''.
"Chi se ne va è allucinato o in malafede"
''Un delirio: frutto di allucinazione collettiva, o di malafede''. Questa è la considerazione che il leader di Fli fa di chi sta abbandonando Futuro e Libertà. Fini considera ora il progetto politico nato a Bastia Umbra all'inizio di un lungo camino, di ''una traversata nel deserto a piedi'' di cui ''l'esito è tutt'altro che scontato''. ''In gioco - spiega - c'è molto di più di un gruppo parlamentare: c'è un progetto politico ambizioso e, banalità, il futuro della persona che anima il progetto. Comunque Fli - aggiunge - non vuole partecipare allo scontro quotidiano tra berlusconiani e anti-berlusconiani: sono due facce della stessa medaglia''.
Cicchitto: "E' Fini che vuole lo scontro"
"Vediamo con rammarico che la prima persona che rischia di creare un conflitto istituzionale permanente è proprio Fini con queste e altre dichiarazioni". Così il capogruppo del Pdf, Fabrizio Cicchitto, replica al leader di Fli secondo il quale "il premier vuole uno scontro tra istituzioni". "Le parole di fini - prosegue Cicchitto - non hanno nulla a che fare con il ruolo di terzietà che dovrebbe svolgere il presidente della Camera".
Fonte: tgcom
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