Si è trattato del primo vertice ufficiale chiamato a tracciare la riforma del mercato del lavoro. Hanno partecipato il presidente di Rete imprese Italia, Venturi, il presidente di Confindustria, Marcegaglia, i segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, Camusso, Bonanni, Angeletti e Centrella. È partito così il cantiere che entro un mese dovrebbe portare all'introduzione di riforme strutturali nel mercato del lavoro. Del resto, l'intenzione del nuovo esecutivo tecnico di porre mano con efficacia in questo vitale settore dell’economia, ha fin da subito costituito uno dei suoi tratti più caratterizzanti, oltreché una necessità sempre più improcrastinabile per i principali destinatari di un qualsiasi rapporto di lavoro: datori da un lato e lavoratori dall'altro. La riforma dovrebbe avvenire senza procedere con decreto e con la concertazione delle parti sociali, sotto l'impulso del Governo e rispettando il paletto dell'arco temporale, che la dovrebbe vedere conclusa entro un mese di tempo.
Il documento di riforme si articola in cinque punti:
- tipologie contrattuali;
- apprendistato e formazione;
- lessibilità come organizzazione della produttività;
- ammortizzatori sociali;
- servizi all'impiego.
Dalle prime indiscrezioni, la bozza sulla riforma prevederebbe un ricorso molto limitato alla cassa integrazione per la riduzione temporanea delle attività lavorativa, che potrebbe essere sostituita da una forma di sostegno al reddito per coloro i quali perdono il posto di lavoro. Il Segretario generale della Cgil Susanna Camusso ha affermato che «tutte la parti sociali hanno convenuto che non si può superare la cassa integrazione straordinaria. Tutti hanno detto che questa cosa non è fattibile», aggiungendo poi, con riferimento alla questione dell'estensione degli ammortizzatori sociali, che «il governo continua a dire che non ci sono grandi risorse e quindi bisogna lavorare su quello che c'è, non si può pensare a grandi innovazioni». Mentre, per il leader della Cisl Raffele Bonanni «l'unico problema è rendere possibile la copertura su tutti i lavoratori. Gli attuali ammortizzatori sono da migliorare, ma rimangono una buona chance per i lavoratori. Con la cassa integrazione in deroga e la cassa integrazione straordinaria abbiamo coperto tutti come mai successo e sarebbe bene non cambiare le cose anche se il finanziamento per gli atipici dovesse ricadere sulla fiscalità generale». Diverse ma al contempo simili sono le vedute dei sindacati. Per la Camusso si è trattato di "una riunione propedeutica per avviare il confronto di merito. Non c'è stata nessuna condivisione delle proposte che il ministro ha illustrato. Per questo aspettiamo l'agenda dei tavoli. Per noi si parte dall'agenda e non dai contenuti già predeterminati". Mentre, per Bonanni "è importante che si sia fatta questa riunione per arrivare tra un mese a discutere dei nodi importanti che strozzano la possibilità di avere occupazione. Siamo rimasti molto scottati dalla discussione sulle pensioni, con tutti i guai che ha seminato quel modo di fare e quindi non molleremo il dialogo. Si può fare un buon lavoro se il governo procede con cautela e rispetta le parti sociali". Tuttavia, non è mancato un altro richiamo: “accanto a quella del lavoro, non possono mancare una riforma fiscale e stimoli agli investimenti, altrimenti questo tavolo non produrrà gli effetti sperati”. Ciò è quanto è stato affermato da Giovanni Centrella, che poi ha aggiunto: “se non si riavviano i consumi, grazie al recupero di risorse attraverso un fisco più equo per operai, impiegati e pensionati, non ripartono le produzioni e non si creano posti di lavoro. Inoltre, in materia di lavoro, la discussione dovrebbe partire dal documento di Cgil, Cisl e Uil, condiviso dall’Ugl, se davvero il governo cerca la coesione”.
Fonte: redazione palermomania.it
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