Per sospette infiltrazioni mafiose l'associazione LiberoJato è stata cancellata dall'elenco delle associazioni antiracket dalla Prefettura di Palermo, mentre l'associazione antiracket Libero Futuro Bagheria Valle Eleuterio non è stata ammessa. La decisione è stata presa dal prefetto Antonella De Miro, che si è basata sulle indagini svolte dalle forze dell'ordine.
I legami tra mafia e antiracket di facciata sono l'ultima frontiera della commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi che è stata a Palermo in occasione del 25esimo anniversario della strage di via D'Amelio e che indagherà anche sull'associazionismo.
Tra i soci fondatori di LiberoJato ci sono i figli di Giuseppe Amato, l’imprenditore edile di Partinico che diede la sua carta d’identità al capomafia Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina. Di Libero Futuro Bagheria fanno parte gli imprenditori Di Salvo, che stavano ristrutturando il palazzetto dello sport di Palermo, interdetti dalla prefettura perché in rapporti con i Virga, altra famiglia d'imprenditori ritenuti in odore di mafia.
A seguito di informazioni ricevute dalla Prefettura di Palermo, l’amministrazione comunale di Bagheria ha immediatamente revocato l’affidamento in concessione di un bene confiscato alla mafia, l’immobile di via D’Azeglio al civico 50, all’associazione Libero Futuro.
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