Tornano le minacce e gli attentati degli estremisti islamici, e stavolta sempre più vicini alla Sicilia.
L'Isis ha rivendicato l'attentato all'Hotel Corinthia di Tripoli, in Libia, che ha fatto 12 morti, fra i quali 5 stranieri, tra cui un americano, un francese, due filippine e un sudcoreano. Morti anche i 4 attentatori. L'albergo, situato in un quartiere super sorvegliato nel cuore della città, ospitava il governo parallelo di Omar al Hassi, il premier della coalizione islamista (Alba Libia) impadronitasi della capitale dopo gli scontri della scorsa estate. I cinque stranieri morti nel blitz sarebbero stati prima sequestrati nell'albergo e poi uccisi.
Sarebbe stato proprio al Hassi l’obiettivo del commando che, dopo aver fatto esplodere un’autobomba nel parcheggio dell’hotel, si è infiltrato nella lobby della struttura per aprire il fuoco. Il premier tuttavia è riuscito a sfuggire all’agguato, scappando dal retro.
Secondo le ultime frammentarie notizie, pare che l’attentato sia stato preannunciato con una minaccia telefonica all’hotel la notte di martedì.
Ma ad allarmare è un documento dello Stato Islamico, pubblicato dai media libici, secondo il quale il Califfato vuole conquistare la costa della Libia per arrivare in Europa sui barconi dei migranti.
Usare l’immigrazione clandestina come canale per attentare l’Europa: chiaro il messaggio dei jihadisti, sempre più segretamente infiltrati nelle falle del nostro sistema, e adesso il Mare Nostrum è diventato il traghetto per ‘’l’inferno’’.
Diffidente dagli allarmismi il sottosegretario ai Servizi, Marco Minniti, che, parlando al comitato Schengen riguardo le infiltrazioni terroristiche attraverso l’immigrazione, afferma: "Questi (gli immigrati ndr) possono essere un canale, ma non ci sono segnali specifici che ciò stia avvenendo - ha dichiarato -. Quando c'era Mare Nostrum, ciò era un deterrente perché era difficile infiltrarsi passando su navi della Marina".
Solidarietà alle vittime della strage dall’Ue. "L'attacco all'hotel Corinthia è un altro atto riprovevole di terrorismo che porta un duro colpo agli sforzi per portare pace e stabilità in Libia". Questo il commento dell'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini, che continua: "L'Ue esprime solidarietà alle vittime e alle loro famiglie - prosegue - e sostiene fermamente gli sforzi dell'Onu per portare una soluzione politica basata sul rispetto e sul dialogo. Non si deve permettere a tali attacchi di minare il processo politico".
Attentato agli sforzi diplomatici tra le parti in conflitto nello stato libico, commenta da parte sua il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni: "L'attentato all'hotel di Tripoli è un tentativo di boicottare, danneggiare e influenzare negativamente gli sforzi in corso a Ginevra per riconciliare le parti in conflitto in Libia. Si tratta di un ulteriore sintomo della pericolosità della situazione nella regione".
Intanto, la Farnesina e i servizi di intelligence "stanno monitorando in queste ore le condizioni di sicurezza a Tripoli", ha inoltre comunicato Gentiloni, a proposito dell'ambasciata italiana nella capitale libica: "Teniamo costantemente la situazione sotto controllo", ha concluso.
E in attesa che gli analisti della nostra intelligence esaminino il documento ibico e capiscano se preoccuparsi o meno, l'Italia può del tutto rivendicare il poco invidiabile primato di primo paese occidentale vicino ai territori infestati dall’Isis.
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