È arrivata nella notte al porto di Augusta, in Sicilia, l’attesissima nave degli italiani evacuati dalla Libia, in fuga dal caos e dalle minacce dell'Isis.
Un centinaio i connazionali a bordo, tra questi non solo tecnici d'azienda, marittimi, gente che ha lasciato temporaneamente l'Italia, ma anche famiglie che da sempre hanno vissuto a Tripoli, o in altre città libiche, e che non hanno abbandonato il paese neppure nei momenti più duri della guerra contro Gheddafi. Ma adesso, la situazione è molto diversa, così insostenibile da agognare nuovamente il paese natale.
L'imbarcazione è arrivata poco dopo la mezzanotte nella città siracusana. Completate le operazioni di sbarco, i nostri connazionali rimpatriati dalla Libia sono stati caricati su alcuni pullman e portati verso le loro destinazioni finali. Le operazioni di imbarco si sono svolte con grande discrezione, lontane dai media, sotto la vigilanza dei circa 30 carabinieri del reggimento Tuscania in servizio presso l'ambasciata italiana.
Un’operazione, quella di ieri, “non più rinviabile” e per questioni di sicurezza, comunicano le attente voci dei servizi segreti 007 italiani in Libia. Proprio questi, infatti, hanno sollecitato il rimpatrio, così come la sospensione dell'attività dell'ambasciata a Tripoli, a causa degli effetti imprevedibili del peggioramento delle condizioni di sicurezza negli ultimi mesi, con l'avanzamento dell'Isis verso l'ovest del Paese e la presa di Sirte, a 400 chilometri dalla capitale, e il resto del territorio in mano a fazioni e milizie armate che si fronteggiano.
È il momento di crisi peggiore da quando i fondamentalisti dell’Isis hanno messo nel mirino l’Europa e, dopo il video che mostra la decapitazione di 21 ostaggi alle porte di Roma, l’Italia corre ai ripari. Doppio, infatti, il fronte di emergenza nel Paese, più prossimo ai nemici: da una parte i flussi migratori, dall’altra i jihadisti in una miscela infuocata che in Libia rischia di fondersi in un unico pericolo, visto che molti miliziani, dopo la caduta del regime di Gheddafi, gestiscono i traffici illeciti primo fra tutti proprio quello che riguarda i clandestini.
Grande preoccupazione anche per l’esodo che la crisi libica potrebbe provocare. Il rischio altissimo è che una guerra civile possa far salire il numero di chi si trova costretto ad andare via e che diventi così preda dei miliziani che guadagnano milioni di dollari con il traffico dei barconi. Già nelle prossime ore approderanno in Sicilia almeno un migliaio di stranieri. Moltissimi altri potrebbero arrivare nel giro di pochi giorni.
Ti potrebbe interessare?
© Palermomania.it - Il giornale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti