Lucia Riina la più piccola delle figlie del padrino corleonese Salvatore ha rilasciato un’intervista alla televisione svizzera RTS che ha creato non poche polemiche per le dichiarazioni fatte. "Io sono onorata di chiamarmi così, e felice perché è il cognome di mio padre e immagino che qualsiasi figlio che ama i suoi genitori non cambia il cognome. Corrisponde alla mia identità". Nell'intervista, doppiata in francese e così diffusa, Lucia Riina si dice ''dispiaciuta'' per le vittime del padre, ma – aggiunge – ''penso che siamo tutti figli di qualcuno'' e non bisogna restare nel passato ma andare avanti per noi, per le generazioni future. Parlando della sua famiglia, la figlia del boss dice: ''Sono i miei genitori, siamo cattolici e devo dell'amore a mio padre e mia madre'', afferma, ricordando che a casa pregavano tutte le sere e che il momento più brutto della sua vita fu l'arresto di suo padre. ''Nostra madre è stata estremamente importante, poiché non abbiamo potuto andare a scuola. È lei che ci ha insegnato a leggere e a scrivere'', ha affermato, riferendosi a Ninetta Bagarella, maestra elementare, moglie di Riina e sorella di un altro capomafia, Leoluca Bagarella.
Insorge l'Associazione dei familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili: "La figlia di Riina la sua favoletta di brava figlia che ama quell’assassino di suo padre, ma che le dispiace tanto per le vittime di mafia la vada a raccontare a qualcun altro e inorridisca una buona volta davanti a tanto sangue innocente versato". Reazioni anche da parte di Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni: “Provo sconcerto e biasimo per le dichiarazioni di Lucia Riina. Pur rispettando il suo ruolo di figlia e consapevole che le colpe dei padri non possano per nessuna ragione ricadere sui figli, non accetto che una donna cattolica praticante, come lei sottolinea più volte nell’intervista, non prenda le distanze da un padre assassino”. Reazione forte anche da parte dell’eurodeputato Sonia Alfano che definisce quell’intervista ‘uno spettacolino disgustoso’ ed aggiunge: “È figlia di uno dei più cruenti mafiosi che la storia ricordi ed è orgogliosa di esserlo. Questo, per me, basta a qualificarla. Mi aspetterei però maggiore prudenza e dignità da parte dei media. I familiari delle vittime, loro sì giustamente orgogliosi dei nomi che portano, vengono spesso ignorati”.
Come fecero nel 2007 i figli del boss Bernardo Provenzano che accettarono di parlare ai microfoni della inglese Bbc, anche Lucia preferisce la stampa estera a quella italiana. Lucia, che abita a Corleone, conclude dicendo che non le dispiacerebbe vivere e lavorare in Svizzera.
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