Le carceri in Italia scoppiano di mafiosi al 41 bis, tanto che ci sono una decina di proposte di regime di carcere duro in sospeso.
A dirlo, davanti alla commissione parlamentare antimafia, è il sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia Maurizio de Lucia appena nominato procuratore della Repubblica di Messina.
Ai componenti della commissione de Lucia ha illustrato quella che ha definito una situazione di sostanziale "overbooking" dei reparti che, nelle carceri di massima sicurezza, sono in grado di assicurare le restrizioni previste dal regime di carcere duro.
"Oggi - ha detto de Lucia - sono 729 i detenuti sottoposti al regime del 41 bis e abbiamo raggiunto il numero limite. La popolazione è prevalentemente espressione di Cosa nostra ma con un buon numero di campani e di 'ndranghetisti".
Una decina di proposte di applicazione del 41 bis - ha aggiunto Maurizio de Lucia - "non sono state ancora avviate perché sostanzialmente siamo in overbooking. Non c'è stato un incremento negli ultimi anni, la popolazione si aggira intorno a questo numero. Un punto delicato resta quello della proroga".
De Lucia ha ribadito che il regime di carcere duro è uno strumento irrinunciabile nella lotta alle mafie. " Il regime speciale crea grossi problemi alle organizzazioni - ha detto - È lo strumento attraverso il quale si pongono in isolamento i grandi capi, soprattutto per strutture come Cosa nostra diventa importante troncare le comunicazioni fra il boss e l'esterno. L'espressione “grand hotel Ucciardone” - ha spiegato de Lucia - è stata coniata dai collaboratori perché i capimafia da lì dentro continuavano a comandare. Certo, non c'è da illudersi che il 41 bis possa recuperare questo tipo di detenuti. Esempi di riabilitazione a mia memoria non ci sono, ci sono esempi virtuosi, come le lauree conseguite nel corso del regime speciale".
Fonte: Ansa
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