Il premier Mario Monti non piace proprio a nessuno. Nemmeno allo scrittore siciliano Andrea Camilleri che ha voluto esprimere pubblicamente il suo "no" alla spending review messa in atto dal Governo italiano negli ultimi mesi.
Il celebre scrittore agrigentino però non ha criticato in se e per se gli aspetti economici e pratici, ma piuttosto da erudito quale lui è l'aspetto "lessicale".
«Parlando di spread o di spending review Monti è il primo a dare il cattivo esempio», ha affermato Camilleri dicendosi assolutamente contrario all'uso smodato di queste parole che secondo lui non fanno altro che contribuire duna «pericolosa e devastante forma di colonizzazione, quella della lingua italiana da parte delle altre lingue».
Lo scrittore ha deciso di criticare il moderno linguaggio politico durante la sua ultima lectio magistralis all'Università di Urbino, dove gli è stata consegnata una laurea honoris causa in lingue.
«Monti non fa che continuare una pessima abitudine dei nostri politici, basterà ricordare parole come election day, devolution, premier e via di questo passo. Oppure orrendi neologismi come resettare. Tutti segni, a mio parere, non solo di autosudditanza ma soprattutto di un sostanziale provincialismo» ha poi aggiunto, sottolineando più volte che «la nostra lingua non sembra star molto bene e non si fa niente per curarla, sicché le sue condizioni di salute peggiorano col trascorrere del tempo». Poi Camilleri ha bacchettato anche l'Unione europea, "rea" di aver abolito "da qualche anno a questa parte la traduzione in italiano di tutti gli atti. L'obbligatorietà della traduzione rimane per l'inglese, il francese e il tedesco. E questo senza che nessun politico italiano vigorosamente protestasse, pur essendo l'Italia uno dei paesi fondatori della Ue. Se all'estero la nostra lingua è tenuta in scarsa considerazione, da noi viene quotidianamente sempre più vilipesa e indebolita da una sorta di servitù volontaria e di assoggettamento inerte alla progressiva colonizzazione alla quale ci sottoponiamo privilegiando l'uso di parole inglesi".
Come dargli torto? Il maestro Camilleri ha centrato perfettamente il punto e la sua disanima è stata talmente esaustiva da provocare una vera e propria standing ovation in aula e tanti scroscianti applausi. In realtà il suo voleva essere probabilmente un messaggio di sconforto, la presa di coscienza di un'amara realtà.
Fonte: redazione palermomania.it
© Palermomania.it - Il giornale di Palermo a 360°
Lascia un tuo commento
Questo articolo ha ricevuto
Approfondimenti
Opinioni a confronto
Articoli più letti