Svolta nelle indagini per l’omicidio di Andrea Cottone, ritenuto il capodecina della famiglia di Villabate. Dopo 12 anni si è scoperto che l’uomo venne strangolato e poi sciolto nell’acido in un deposito di marmi di Bagheria.
Nel pomeriggio dello stesso giorno, vennero gettati nel mare di Aspra anche alcuni monili appartenuti alla vittima.
Il commando, prima di uccidere Cottone, avrebbe dovuto interrogarlo per sapere se i “Montalto” avessero intenzioni ostili nei confronti del gruppo contrapposto capeggiato da Nicola Mandalà.
E oggi, un altro esecutore materiale di quell’omicidio è stato tratto in arresto: si tratta di Giuseppe Comparetto, ritenuto, tra le altre cose, boss della famiglia mafiosa di Ficarazzi.
A scoprirlo sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Palermo, al termine di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica e dalla Direzione distrettuale antimafia.
Il 18 marzo 2014, i carabinieri avevano arrestato per l’omicidio di Cottone anche Ignazio Fontana, Onofrio Morreale, Michele Rubino.
LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Il 13 novembre 2002, alle 12.30, Andrea Cottone venne accompagnato, a bordo della propria autovettura, presso il ristorante-minigolf di Ficarazzi, apparentemente per discutere con Morreale in merito a dei furti verificatisi in quel Comune, alcuni dei quali perpetrati ai danni dello stesso Cottone.
Da quel giorno, però, si persero le sue tracce. Il successivo 27 novembre 2002, a Termini Imerese, venne rinvenuta l’autovettura regolarmente parcheggiata.
Ad attendere il Cottone al minigolf, come ora accertato, c’era, oltre a Morreale, Fontana e Rubino, anche Comparetto.
In quell’occasione il commando avrebbe dovuto eliminare anche la persona che aveva accompagnato Cottone all’appuntamento, che però si salvò solo perché uno dei killer si era accorto della presenza di un testimone. Cottone, invece, venne strangolato e sciolto nell’acido.
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