I finanzieri del Nucleo speciale di Polizia hanno eseguito, dalle prime luci dell’alba, un provvedimento di sequestro nelle provincie di Palermo e Udine, emesso dal Tribunale di Palermo - Sezione misure di prevenzione, nei confronti di alcuni eredi dei mafiosi Giovanni e Domenico Graziano.
Il provvedimento riguarda 81 beni immobili, quattro società, un autoveicolo e un'imbarcazione e colpisce Camillo, Massimiliano e Roberto Graziano, tutti nipoti del capomafia Vincenzo, attualmente detenuto al regime del 41 bis.
Secondo gli inquirenti i Graziano sarebbero “cresciuti” imprenditorialmente grazie al sostegno e alla protezione delle famiglie mafiose dei Madonia e dei Galatolo, storiche alleate dei corleonesi di Riina.
Il sequestro riguarda, in primo luogo, Domenico Graziano, deceduto alla fine del 2013: contro di lui le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Gaspare Mutolo, Salvatore Cucuzza, Giovanna e Vito Galatolo.
Graziano, prima di morire, si era trasferito a Udine dove avrebbe reinvestito i guadagni illeciti accumulati. Il figlio Camillo, invece, è stato coinvolto nell’operazione “Apocalisse” che ha portato all’arresto di numerosi esponenti dei clan palermitani.
L'altro figlio, Massimiliano, ritenuto socialmente pericoloso, sarebbe direttamente coinvolto negli affari illeciti della famiglia.
Il sequestro ha riguardato anche Roberto Graziano, figlio di Giovanni, recentemente condannato a 9 anni e 4 mesi per associazione mafiosa, estorsione e concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso. Quest’ultimo imponeva agli esercizi commerciali le slot machines di società a lui vicine chiedendo anche il pagamento del pizzo.
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