I Carabinieri di Palermo hanno eseguito un provvedimento restrittivo nei confronti di 3 esponenti mafiosi:
Lo Piccolo Salvatore 75enne di Palermo;
Lo Piccolo Sandro 42enne di Palermo;
Adamo Andrea 55enne di Palermo,
responsabili dell’omicidio di Spatola Bartolomeo, ucciso il 18 settembre del 2006, in una località tra Montelepre e Giardinello e poi seppellito all’interno di un terreno di Villagrazia di Carini.
Per la svolta nelle indagini sono tornate utili le recenti dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia Pipitone Antonino, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Carini, e quelle dell’altro collaboratore Pulizzi Gaspare, che, correlandole ai conseguenti riscontri eseguiti dai militari dell’Arma, hanno consentito di ricostruire il delitto e determinare i ruoli ricoperti dai destinatari del provvedimento restrittivo.
Nello specifico, la decisione era stata presa dal reggente dell’epoca del mandamento mafioso di Palermo San Lorenzo, Lo Piccolo Salvatore, e dal figlio Sandro, i quali, leggendo il contenuto di intercettazioni sviluppate nell’ambito di pregresse attività d’indagini, ritenevano che Spatola Bartolomeo, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Tommaso Natale, li avesse “traditi” e si fosse avvicinato al loro rivale, Rotolo Antonino, reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli, nell’ambito di contrasti già esistenti tra le due fazioni e dovuti al rientro dagli U.S.A. dei cosiddetti “scappati”, cioè coloro che avevano perso la “seconda guerra di mafia” e, per avere salva la vita, erano stati costretti ad allontanarsi dalla Sicilia.
La delibera di Lo Piccolo Salvatore e Sandro per l’omicidio di Spatola Bartolomeo ebbe un risvolto ancora più tragico poiché gli esecutori materiali scambiarono D’Angelo Giuseppe per la vittima designata uccidendolo il 22 agosto 2006, mentre era seduto nei pressi di un fruttivendolo di Tommaso Natale.
Per tale omicidio sono stati già condannati, in via definitiva, i collaboratori di giustizia, Pulizzi Gaspare e Briguglio Francesco, nonché gli altri componenti del commando di morte: il neo collaboratore di giustizia, Pipitone Antonino, Di Maggio Gaspare e i mandanti, Lo Piccolo Salvatore e Sandro.
La morte dell’incolpevole pensionato non è servita comunque a fermare i propositi omicidiari dei Lo Piccolo che rinnovarono la loro sentenza di morte a carico di Spatola Bartolomeo, premendo per l’uccisione del presunto “traditore”.
La mattina del 18 settembre del 2006, la vittima, che versava in precarie condizioni fisiche ed era in cura con l’ossigeno per gravi patologie respiratorie, è stata prelevata nei pressi dello svincolo autostradale Capaci – Isola delle Femmine e condotto da Pulizzi Gaspare, a bordo di una motocicletta, nei pressi del cimitero di Capaci in cui vi era Pipitone Antonino che conduceva poi Spatola Bartolomeo a Giardinello, in una casa di campagna abbandonata, dove erano giunti poco prima Lo Piccolo Sandro ed Adamo Andrea.
La vittima era convinta di partecipare ad un summit di mafia, tanto da aver portato con sé anche alcuni doni (carne di coniglio ed una bottiglia di whisky).
Subito dopo, Lo Piccolo Sandro si allontanò e Adamo Andrea, in presenza di Pipitone Antonino, strangolò con una corda Spatola Bartolomeo, il quale, così come dichiarato da Pipitone Antonino, “non aveva la forza di stare neanche in piedi… era malato, aveva problemi di asma… aveva sempre il fiatone con l’asma… oltre l’età pure…”.
Dopo una mangiata gli indagati hanno fatto sparire il corpo sotterrandolo in un fondo in Villagrazia di Carini, i cui resti sono stati rinvenuti nel 2008 grazie alla collaborazione di Pulizzi Gaspare.
Fonte: Carabinieri Palermo
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