I Carabinieri di Monreale hanno dato esecuzione al decreto di confisca di beni, emesso dal Tribunale di Palermo, nei confronti di Caramazza Giuseppe, fidato collaboratore e fiduciario del vertice della famiglia mafiosa di Monreale.
La misura di prevenzione trae origine dalle attività svolte dal Nucleo Investigativo di Monreale, che hanno portato alla cattura dell’allora latitante Balsano Giuseppe, avvenuta il 21 maggio 2002, capo della locale famiglia mafiosa, nonché alla disarticolazione della consorteria con l’arresto di numerosi affiliati, favoreggiatori e prestanome.
Nel corso delle indagini era stato documentato il legame tra Caramazza e Balsano, che a lui aveva affidato il ruolo di investire gli ingenti capitali illeciti frutto della capillare attività di estorsione e di imposizione di lavori alle numerose imprese colluse o controllate dalla famiglia monrealese, nonché di gestire i beni e le società nel tempo acquisite al patrimonio del citato sodalizio.
Alle dipendenze del boss, deceduto il 18 luglio 2005 presso la Casa Circondariale di Novara, ove era ristretto per scontare la pena dell’ergastolo in regime dell’art. 41 O.P., Caramazza Giuseppe, fino a quel momento insospettabile insegnante del paese, si era poi rivelato abile investitore delle somme a disposizione della consorteria mafiosa.
Le complesse indagini patrimoniali condotte dai Carabinieri del Gruppo di Monreale hanno consentito di accertare in capo a Caramazza la disponibilità di numerosi beni immobili e società, tra cui, diversi appartamenti a Monreale e Palermo, fabbricati rurali, terreni agricoli e società del settore edile.
Il complesso di beni, già oggetto di sequestro nel 2005, con l’odierna esecuzione del provvedimento di definitiva confisca è divenuto parte del patrimonio dello Stato, per un valore stimato in circa 1,5 milioni di euro.
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