A Palermo basta che cadono due gocce d’acqua ed è il finimondo. È questo il pensiero di tantissimi cittadini, soprattutto dopo i disagi per gli allagamenti provocati domenica pomeriggio dalla pioggia caduta copiosa.
Non sembrano essere dello stesso avviso i tecnici dell’Amap che, in merito al nubifragio, osservano: “È stato molto più forte di quelli che si ebbero un anno fa, ma ciò nonostante gli allagamenti sono stati molto inferiori”.
Secondo i dati emersi, infatti, in sole due ore si sono avute precipitazioni pari a 39 millimetri di acqua, mentre le piogge torrenziali del 6 e dell’11 ottobre 2013, che determinarono l’allagamento dei sottopassi di via Leonardo da Vinci, Viale Lazio e via Belgio, furono di 24,2 e 28 millimetri.
L’Amap prosegue la sua analisi spiegando che gli effetti della “bomba d’acqua” di quest’anno sono stati però molto più contenuti. Si è stati costretti a chiudere al transito delle automobili un solo sottopasso, e limitatamente alla corsia in direzione di Catania, in Via Leonardo Da Vinci. La chiusura di questo sottopasso è stata temporanea, perché dopo che gli addetti dell’Amap hanno liberato le griglie dei tombini nella parte più bassa, ostruiti da foglie e rifiuti trasportati dalla pioggia, è ripreso il normale deflusso delle acque e la polizia urbana ha potuto riaprire tutta la strada al traffico.
Nessuna segnalazione è pervenuta per via Messina Marine, in zona Buccheri la Ferla, dove le caditoie e la vasca drenante di raccolta erano state preventivante svuotate da residui. Né ci sono state segnalazioni per tutte quelle zone dove si era già intervenuti con il “piano straordinario contro gli allagamenti”.
La situazione critica di via Leonardo Da Vinci, come prosegue la nota del Comune, è determinata dall’insufficienza del collettore nel tratto a valle della strada, ma a questo si sta provvedendo, nel corso dei lavori per la realizzazione della linea del tram, con la collocazione di un nuovo collettore di un metro e venti di diametro.
Le altre criticità riscontrate in città sono all’attenzione dell’Amap al fine di individuare soluzioni migliorative compatibilmente con l’attuale assetto infrastrutturale della rete fognaria cittadina.
Tra le zone critiche, ve ne sono alcune particolarmente complesse. Una è Casa Professa, dove i problemi vengono dal fiume Kemonia interrato nel XVI secolo, e un’altra si riscontra nella zona di piazza S. Onofrio e nella zona di via Imera, a causa del fiume Papireto e delle sue sorgenti.
Per la via dell’Olimpo e le sue confluenze, la soluzione si avvierà a soluzione con il “via” al progetto definitivo del sistema fognario a nord di Palermo.
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