Il nuovo governo non c'è, la pazienza del Presidente della Repubblica neanche. Sergio Mattarella si è consultato con i partiti, dato incarichi esplorativi, atteso rielaborazioni, consigliato giudizio e lanciato appelli accorati, senza ottenere nessun risultato positivo. Adesso il mazzo da giocare si assottiglia, e il Presidente potrebbe arrivare alla fine della partita con un proprio, risoluto intervento; prima però non vuole lasciare nulla al caso, e indirà quello che con ogni probabilità sarà l'ultimo giro di consultazioni per tentare di individuare uno spiraglio di soluzione soddisfacente.
Assegnazione di un pre-incarico nel mirino, con l'auspicio che l'ultima tornata di incontri possa far breccia in quello che sembra più che mai un solido muro di chiusura, sia per il Pd, che per la Lega, che per il Movimento 5 Stelle. Gli incastri politici su ogni possibile scenario di maggioranza non hanno portato a nulla, e la direzione del Pd è ormai l'unico ostacolo da mettersi alle spalle per rendere ufficiale quanto si configura alle porte: immobilismo e assenza di coesione. Perciò sembra sempre più necessario un intervento diretto di Mattarella nella formazione di un governo di tregua che possa arrivare almeno fino al 2019.
Per il Presidente infatti sarebbe assolutamente fuori luogo una corsa alle elezioni che vedrebbe in ottobre il traguardo, ovvero in concomitanza dell'approvazione della Legge di Bilancio 2019 (che sarebbe quindi impossibile, portando ad un inevitabile aumento dell'IVA). Eppure, nonostante gli innumerevoli sforzi, Mattarella non potrebbe in alcun modo opporsi al voto in ottobre se Lega e M5S fossero di parere favorevole in merito. Una partita che si fa sempre più impegnativa, che probabilmente richiederà un colpo finale tutto di autorità.
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