MAZARA DEL VALLO (TRAPANI) - Era in bicicletta quando un uomo gli si è avvicinato e lo ha convinto a salire sul sedile posteriore di un auto, guidata da un'altra persona. Ma approfittando di un attimo di distrazione dei due uomini, Francesco, sette anni, ha aperto lo sportello dell'auto, ha ripreso la bicicletta ed è fuggito. Giunto a casa ha raccontato tutto ai genitori, che hanno denunciato il tentativo di sequestro alla polizia. Così a Mazara del Vallo, la città da dove sei anni fa scomparve la piccola Denise Pipitone mai più ritrovata, l'allarme è di nuovo alto. Il bambino è stato ascoltato dagli investigatori che stanno cercando riscontri al suo racconto.
L'episodio sarebbe avvenuto giovedì scorso, tra le 11.30 e le 12.15, in un cortile del quartiere Makara, a poca distanza dal centro storico della cittadina marinara. Una zona popolosa e ricca di attività commerciali. Gli investigatori non sottovalutano la denuncia, anche se dopo aver ascoltato Francesco, non escludono che il bambino possa essere stato suggestionato proprio dal rapimento di Denise. Il bimbo non presenta alcun segno di violenza, né ha raccontato di averne subita. A lasciare perplessi è il fatto che sarebbe sceso dall'automobile senza che le "due persone brutte" abbiano tentato di fermarlo. In queste ore sono state raccolte informazioni in tutto il quartiere, ma gli inquirenti non hanno rintracciato alcun testimone oculare. "Di falsi allarmi, dopo il sequestro di Denise - dice un investigatore - ne abbiamo registrati parecchi: circa sette mesi fa, una bambina ha raccontato ai genitori che uno sconosciuto, a bordo di uno scooter, ha tentato di rapirla davanti la sede degli uffici postali centrali; tutti i controlli, compresa la visione dei filmati delle videocamere, però hanno dato esito negativo".
I genitori di Francesco sono convinti che qualcosa sia successo. "Mio figlio - dice la madre - si era allontanato a mia insaputa mentre preparavo il pranzo, per accompagnare in bici un amichetto che abita vicino casa nostra. Dopo averlo lasciato, stava ritornando indietro quando ha incrociato questa auto: uno dei due uomini è sceso e lo ha sistemato sul sedile posteriore e poi si è seduto accanto al conducente, lasciando la bici di mio figlio accanto alla cabina dell'Enel, in via Vesuvio. Ma Francesco, che ha detto di non aver gridato perché temeva che lo imbavagliassero e lo legassero, ne ha approfittato subito per scendere dalla macchina e scappare". Alcuni amici di Francesco avrebbero confermato la presenza dell'auto, una station wagon scura. Anche la nonna del bambino sostiene di averla vista: "Era ferma vicino casa nostra, sembrava di color melanzana e quando mi sono affacciata per guardare meglio s'é allontanata". Per i genitori Francesco è stato molto chiaro nell'esporre i fatti agli investigatori "e mai ha cambiato versione", aggiunge la madre. "Conosco mio figlio - dice la donna - Francesco è molto giudizioso e non dice bugie".