Le indagini sulla morte di Nicola Calipari "vennero svolte senza alcuna interferenza, in modo tempestivo e portarono all'incriminazione del militare americano autore dei colpi mortali". Lo affermano il procuratore della Repubblica di Roma, Giovanni Ferrara, e l'aggiunto, Pietro Saviotti in risposta ai file di Wikileaks. "Si evidenzia - aggiungono i due pm - che la sentenza conclusiva riguardò il difetto di giurisdizione del giudice italiano".
Nicola Calipari
Secondo quanto riportato dal sito di Assange, il rapporto italiano sulla morte di Calipari fu costruito "specificatamente" per "evitare che la magistratura italiana aprisse ulteriori inchieste".
Il 19 giugno 2006, la Procura di Roma formalizzò la richiesta di rinvio a giudizio per Lozano, imputato per l'omicidio di Calipari e per il ferimento della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena. La decisione del giudice era stata però valutata con soddisfazione sia dalla stessa Sgrena sia dall'allora ministro della Giustizia del governo Prodi, Clemente Mastella, che giudicò "normale" il rinvio a giudizio e ribadì di aver promesso alla vedova Calipari che avrebbe chiesto al ministro della Giustizia statunitense Gonzales l'estradizione di Lozano.
La vicenda comunque presentava più difficoltà soprattutto sotto il profilo diplomatico. A rivelarlo fu il vicepresidente del Consiglio e titolare della Farnesina Massimo D'Alema che parlò del caso con il segretario di Stato Condoleeza Rice, durante la sua visita a Washington. "Avremmo voluto e vorremmo una maggiore collaborazione da parte americana per l'accertamento della verita'" in merito all'uccisione di Calipari. Il portavoce del Dipartimento di Stato Adam Ereli commentò così le richieste di D'Alema: "Se gli italiani hanno delle preoccupazioni, le affronteremo".
Fonte: tgcom
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