"L'anno che sta per terminare è stato tra i più pesanti e inquieti che l'Italia ha vissuto. E' stato un anno tra i più inquieti, l'anno che sta per iniziare deve essere diverso e migliore, per il paese e specialmente per quanti hanno sofferto duramente le conseguenze della crisi".
Queste le parole con cui il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha cominciato il suo discorso di fine anno. "Resterò presidente fino a quando la situazione del Paese e delle istituzioni me lo farà ritenere necessario e possibile, e fino a quando le forze me lo consentiranno. Fino ad allora e non un giorno di più; e dunque di certo solo per un tempo non lungo". "Spero di poter vedere nel 2014 decisamente avviato un nuovo percorso di crescita, di lavoro e di giustizia per l'Italia e almeno iniziata un'incisiva riforma delle istituzioni repubblicane" ha aggiunto.
"Il coraggio degli italiani è in questo momento l'ingrediente decisivo per far scattare nel 2014 quella ripresa di cui l'Italia ha così acuto bisogno. Coraggio di rialzarsi, di risalire la china", ha continuato il presidente. "Coraggio di praticare la solidarietà: come già si pratica in tante occasioni, attraverso una fitta rete di associazioni e iniziative benefiche, o attraverso gesti, azioni eloquenti ed efficaci- dinanzi alle emergenze- da parte di operatori pubblici, di volontari, di comuni cittadini, basti citare l'esempio di Lampedusa. Coraggio infine di intraprendere ed innovare: quello che mostrano creando imprese più donne, più giovani, più immigrati che nel passato".
"La nostra democrazia, che ha rischiato e può rischiare una destabilizzazione, va rinnovata e rafforzata attraverso riforme obbligate e urgenti", "garantendo ciò con modifiche costituzionali e regolamentari, confronti lineari e tempi certi in Parlamento per l'approvazione di leggi di attuazione del programma di governo".
"Nessuno può credere alla ridicola storia delle pretese di strapotere personale", ha concluso Napolitano. "Sono attento a considerare ogni critica o riserva, obiettiva e rispettosa, circa il mio operato" ma "non mi lascerò condizionare da campagne calunniose, da ingiurie e minacce".
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