"Per evitare di rimanere a lavorare oltre l'orario previsto, avrebbero omesso di eseguire un parto cesareo, nonostante i molteplici episodi di sofferenza fetale emersi dal tracciato. E per simulare un’inesistente regolarità nell'esame medico avrebbero somministrato atropina alla gestante. La procedura, e il non avere informato della situazione i colleghi del turno successivo, avrebbe causato la nascita del neonato con lesioni gravissime". Questa l'accusa contestata dalla Procura di Catania a due dottoresse di un ospedale Etneo, per le quali è stato chiesto il rinvio a giudizio per lesioni gravissime colpose, omissioni e falso in atti d'ufficio.
Davanti al Gup Ragazzi, il prossimo 22 maggio, comparirà anche un'altra dottoressa che, secondo l'accusa, "pur non essendo a conoscenza degli avvenimenti precedenti, praticava alla paziente per due volte le manovre di Kristeller, bandite dalle linee guida, nonostante un tracciato non rassicurante, e non contattava in tempo il neonatologo".
L'episodio risale al 2 luglio 2015 e le indagini sono state avviate dalla squadra mobile e coordinate dal procuratore Carmelo Zuccaro dopo la denuncia dei familiari. Il neonato, venuto al mondo con un giro di cordone ombelicale attorno al collo, ha riportato lesioni gravissime e danni irreversibili cerebrali e motori.
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