Francesco Nangano è stato ucciso ieri sera in via Messina Marine con cinque colpi di pistola. L'anno scorso aveva subito un altro attentato nell'autosalone che gestiva poco distante dal luogo in cui è stato freddato. Ieri sera, non appena rientrato in auto è stato colpito da due sicari a bordo di una moto.
Le indagini della squadra mobile sono coordinate dal sostituto procuratore Gaetano Paci. Secondo quanto si è appreso Francesco Nangano sarebbe rimasto schiacciato da alcuni contrasti con il vertice della famiglia mafiosa di Brancaccio, e in particolare con uno degli esponenti di punta del clan, Nino Sacco.
Francesco Nangano per la giustizia italiana era solo un detenuto assolto da tutte le accuse e dunque ingiustamente detenuto per quattro anni, tanto da ricevere un risarcimento di 270 mila euro.
Nel 2005, Nangano era stato scagionato dall'accusa di essere stato un mafioso del clan Brancaccio, e soprattutto un assassino. Poi, due anni più tardi, era arrivato il risarcimento per l'ingiusta detenzione.
Il procuratore aggiunto di Palermo, Vittorio Teresi, presente sul luogo del delitto, ha spiegato che negli ultimi tempi Nangano era uscito dai circuiti mafiosi, ma forse voleva rientrare e per punirlo lo hanno ucciso. Il magistrato è convinto che la decisione di uccidere Nangano nel suo quartiere, in modo così plateale, sia "un segnale preciso".
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