Nella serata di ieri Alamin Md, il bengalese candidato nella lista di Sinistra Comune, finito sotto attacco all’inizio della campagna elettorale, ha subito un’intimidazione, che ha visto sfondata la vetrina del suo Centro di assistenza fiscale in via Antinio Ugo.
“All’esterno del Caf – ha raccontato agli investigatori – ho appeso dei manifesti elettorali relativi alla mia candidatura. Intorno alle 20 mi trovavo lì con mio fratello Nuralaam e due clienti che stavo aiutando per il rinnovo del permesso di soggiorno”. All’improvviso un rumore, i vetri infranti da due bottiglie di birra: “D’istinto – ha riferito ai poliziotti – io, mio fratello e i due clienti ci siamo buttati a terra per ripararci, non riportando in tal modo alcun danno fisico. Abito nei pressi del Caf e non ho mai subito atti di razzismo”.
Da qualche settimana, però, secondo Alamin qualcosa è cambiato: “Da metà maggio, da quando cioè mi sono candidato come consigliere comunale – dichiara- ho cominciato a ricevere su Facebook pesanti commenti, molti insulti e persino minacce di morte, ricevute dopo un post di tale Francesco Vozza (candidato nella lista Centro destra per Palermo, che in un messaggio poi rimosso l’aveva accostato ai clandestini e alla delinquenza, ndr). Sono molto preoccupato ed angosciato, temo per me e per la gente che mi circonda. Vivo con la paura di subire un nuovo attacco”. Il candidato ha anche consegnato alla polizia gli screenshot dei messaggi ricevuti.
“Se questo grave episodio si rivelasse connesso alle aggressioni verbali di stampo razzista che Alamin ha ricevuto - commentano i portavoce di Sinistra Comune - sarebbe un attacco contro la nostra città tutta intera. Palermo è una città sicura perché ha costruito la sua “anomalia” politica, in un mondo sempre più insicuro e razzista, anche sull’accoglienza e la non discriminazione”.
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