PALERMO. Perquisizione da parte della guardia di finanza all’interno dello stadio Barbera. Per ben 17 ore sono stati passati a setaccio computer, carte, uffici, stanze, magazzini e ogni angolo della sede della società di viale del Fante nell’ambito dell’inchiesta in cui Maurizio Zamparini è indagato con altri soggetti a vario titolo implicati nella vicenda. I reati ipotizzati sono appropriazione indebita, riciclaggio, autoriciclaggio, impiego di proventi di origine illecita, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e falso in bilancio aggravato dalla transnazionalità.
Le perquisizioni, secondo quanto si apprende, riguardano non soltanto gli uffici della società ma anche quelli del Gruppo Zamparini e l’abitazione del presidente. Ieri, intorno alle sette, vi era stato il blitz allo stadio e nelle sedi del Gruppo Zamparini, oltre che a casa dell’imprenditore ad Aiello del Friuli e nel suo ufficio di Vergiate. Le perquisizioni sono andate avanti fino a mezzanotte.
Secondo il presidente Zamparini però, intervistato da ForzaPalermo.it, le perquisizioni non hanno a che fare con le ipotesi di falso in bilancio e appropriazione indebita: "Ho la Guardia di Finanza in tutte le mie case e nella sede del Palermo, perché non ho ceduto la Società a Baccaglini. Siccome sembra che venerdì scorso un Pm abbia detto che se io non avessi venduto il Palermo a Baccaglini mi avrebbe arrestato, probabilmente il motivo è questo. Falso in bilancio? Ma per l'amor di Dio, non c'è assolutamente nulla, sono anni che sono a Palermo ed è tutto sotto controllo". Il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi ha però precisato che l'inchiesta non ha nulla a che vedere con la cessione della società.
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