È partito dall’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo un corteo che ha visto in prima fila gli studenti contro la mafia e l’illegalità. Con bandiere, palloncini tricolori e striscioni con scritto “nel 1992 non c’eravamo, ma oggi ci siamo e ci saremo”, in marcia per le vie della città fino all’albero Falcone. Alle 17.58 il minuto di silenzio, in memoria della strage di Capaci.
Ad aprire il corteo lo striscione simbolo dell'iniziativa "Palermo chiama Italia... la scuola risponde #23 maggio", promossa dal Miur e dalla Fondazione Falcone.
Un altro corteo è partito da via D’Amelio fino all’albero Falcone. Sosta davanti alla lapide del commissario Boris Giuliano, poi davanti a quella dell’imprenditore antiracket Libero Grassi e infine davanti a quella dedicata a Rocco Chinnici. Lunghi applausi dai residenti e dai negozianti accorsi in strada, come dalle persone affacciate ai balconi che al passaggio del corteo espongono lenzuoli bianchi.
Dagli uffici, lungo le strade incrociate durante il percorso, c'è chi sceglie di aderire alla manifestazione agitando semplici fogli di carta bianca. "23 maggio lezione di vita e di coraggio", urlano in coro, scandendo i nomi delle vittime della strage di Capaci. Poi l'incontro con l'altro corteo in via Notarbartolo, per il momento conclusivo e simbolico davanti all'Albero Falcone.
"Scendi giù, scendi giù, manifesta pure tu" è lo slogan che gridano i ragazzi partiti dall'aula bunker dell'Ucciardone a chi si affaccia. E ancora "Palermo è nostra e non di cosa nostra"; "lezione di vita lezione di coraggio, questo per noi il 23 maggio". Al corteo partecipa in prima fila, dietro lo striscione, anche Maria Falcone, sorella del giudice.
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