Il tribunale di Palermo ha condannato un’ex moglie a pagare le spese processuali di una causa per il mantenimento del figlio accusandola di aver usato l’aula giudiziaria per fare la guerra all’ex marito.
Ne dà notizia l’Aiaf, Associazione italiana degli avvocati per la famiglia e per i minori che ripercorre l’intera vicenda in una nota. “Un genitore voleva versare l’assegno di mantenimento direttamente al figlio maggiorenne e trasferitosi lontano da casa per motivi di studio. L’altro genitore – raccontano gli avvocati Aiaf – ha rifiutato fino all’ultimo, giungendo a un accordo solamente pochi giorni prima dell’udienza che si è dovuta regolarmente tenere”.
In poche parole, un inutile dispendio di energie giudiziarie per alimentare un conflitto familiare. La condanna, infatti, è stata inflitta perché l’ex moglie avrebbe costretto l’altro genitore “ad avvalersi della preziosa risorsa della giustizia per far acclarare quanto solo ora la convenuta mostra di assentire spontaneamente”.
“È un decreto a dir poco inusuale”, spiega l’avvocato Caterina Mirto, vicepresidente nazionale di Aiaf. “Il tribunale, in pratica, ha voluto sottolineare che non si può impegnare la giustizia per risolvere situazioni facilmente gestibili fuori dall’aula. In questo caso si poteva arrivare a un accordo senza arrivare davanti al giudice. Un orientamento in linea con la necessità, sempre più sentita, di degiurisdizionalizzare il conflitto familiare".
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