"L'incontro non è andato bene". A parlare per primo, dopo la riunione tra governo e sindacati su pensioni e Manovra 2022 di ieri sera è il leader Uil, Pierpaolo Bombardieri. Nelle parole del sindacalista, la rottura che si è registrata al tavolo con il premier Draghi dopo il no di Cgil Cisl e Uil ad un ritorno alla legge Fornero seppure dilazionata negli anni. "Sulle pensioni non c'è neanche una scelta: né 102 né 104, c'è solo la scelta di stanziare 600 milioni per la proroga di Opzione Donna e l'Ape sociale. Né ci sono risposte a chi ha versato per 41 anni i contributi a prescindere dalla età anagrafica, non ci sono risposte sulla necessaria riforme complessiva", spiega Bombardieri, che spiega come ora si valutino nei prossimi giorni "forme e strumenti di mobilitazione per sollecitare scelte adeguate".
"Se si andrà verso una decisione bene, se vorranno confrontarsi con noi, noi siamo pronti a farlo giorno e notte. Se non dovesse avvenire nei prossimi giorni, dopo che valuteremo quello che il governo fa, decideremo le iniziative di mobilitazione più adatte nel rapporto con Cisl e Uil'', gli fa eco il segretario della Cgil, Maurizio Landini, per il quale "c'è bisogno di cancellare e modificare forme di lavoro che non hanno più senso e sarebbe ora di costruire una forma di lavoro fondata sulla formazione e sulla stabilità. Questa è la condizione per determinare un sistema pensionistico che stia in piedi", sottolinea quindi il sindacalista. Nel corso dell'incontro a Palazzo Chigi il governo "ci ha ribadito che il perimetro presentato per le pensioni prevede 600 milioni di spesa, con 600 milioni non fai una riforma degna di questo nome. Ci hanno confermato che allo stato quelle sono le decisioni che hanno preso".
Parla di "mancate risposte sulle pensioni, l'assenza di finanziamenti sulla non-autosufficienza, e le mancate risposte sul tema della riforma fiscale" il leader Cisl Luigi Sbarra dopo l'incontro, mancanze che "ci portano a ritenere fortemente insufficiente il confronto con il governo sulla manovra". Le pensioni, dice "non possono essere considerate un dettaglio nella contabilità generale dello Stato: non sono solo un costo economico ma soprattutto un problema di sostenibilità sociale. Ed è sbagliato ritenerle un lusso, un privilegio o una regalia: sono un diritto fondamentale dopo una intensa attività lavorativa. Per questo abbiamo chiesto che si possa uscire a 62 anni".
In attesa di capire quali, e se ci saranno, novità sulle richieste delle sigle sindacali, Cgil, Cisl e Uil si preparano quindi alla protesta.
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