Silvio Berlusconi è stato definitivamente assolto nel processo Ruby. La Corte di Cassazione, in serata, ha rigettato il ricorso della procura generale di Milano che, tramite il sostituto procuratore generale, Eduardo Scardaccione, aveva chiesto di «annullare l'assoluzione e rinviare per rimodulare la pena».
Secondo Scardaccione erano «pienamente provate» le accuse di concussione e prostituzione minorile, per cui, a suo avviso, la Corte d'Appello non avrebbe dovuto riaprire il dibattimento vero e proprio ma solo rideterminare la pena stabilita in primo grado (sette anni di reclusione).
«L’episodio nel quale Berlusconi racconta che Ruby è la nipote di Mubarak è degno di un film di Mel Brooks e tutto il mondo ci ha riso dietro», ha detto il pg in un passaggio della requisitoria in aula.
In relazione all'intervento sul funzionario della questura, Piero Ostuni, affinché l'allora minorenne Ruby, fermata per un furto del 2010, fosse lasciata andare, Scardaccione aveva osservato: «C’è stata una violenza irresistibile per ottenere il risultato indebito».
L'avvocato Franco Coppi, difensore di Berlusconi, aveva ribattuto sostenendo che «la sentenza della Corte d'Appello ammette che ad Arcore avvenivano fatti di prostituzione con compensi. Cosa che non contestiamo nemmeno noi difensori, ma manca, in fatto, la prova che Berlusconi prima del 27 maggio sapesse che Ruby era minorenne».
Per quanto riguarda l'accusa di concussione, invece, la difesa dell'ex premier ha sostenuto che nella vicenda «è stata rispettata puntualmente la prassi dell'affido seguita dalla questura di Milano, che poi Ostuni e gli altri dirigenti fossero contenti di aver fatto un favore a Berlusconi, questo ve lo concediamo, ma quanto venne fatto è solo quanto previsto dalla prassi in vigore: identificazione, foto segnalazione e ricerca di una comunità per l'affido. L'idea di affidare Ruby nasce in questura - ha spiegato l’avvocato Coppi - e non è un'idea di Berlusconi. Il fatto che poi la Minetti si sia comportata con disinvoltura e l'abbia riportata nella casa dove abitava, è un rimprovero che va mosso alla sola Minetti».
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