Nessuna finta candidatura, Ismaele La Vardera era davvero in corsa per la poltrona di sindaco di Palermo. Giulio Corsini, giudice della prima sezione civile del tribunale di Palermo ha emesso un'ordinanza con cui ha respinto il ricorso d'urgenza presentato da Alessandro Pagano, segretario di Noi con Salvini per la Sicilia occidentale, con cui si chiedeva di fermare la diffusione del documentario con le registrazioni realizzate di nascosto dall'ex Iena. Pagano è stato condannato anche a risarcire 1.500 euro di spese legali.
Il giornalista palermitano era tra i candidati alle amministrative, sostenuto da Fratelli d'Italia e Noi con Salvini. Al termine del voto non aveva nascosto che durante la campagna elettorale aveva filmato di nascosto i vari incontri a cui aveva partecipato, alimentando dunque le polemiche e il sospetto che la sua candidatura fosse una messa in scena per realizzare il documentario.
"Ho atteso in silenzio per tutte queste settimane, questa sentenza parla più di mille parole. Adesso avanti con più determinazione di prima!", è il commento di La Vardera su Facebook. Secondo il giudice non c'è alcuna prova che abbia avuto intenzioni fraudolente e cita anche le spese documentate durante la campagna elettorale. "Quanto al lamentato utilizzo delle telecamere nascoste - è scritto nell'ordinanza - si deve osservare che da tempo la giurisprudenza ha ritenuto lecita tale modalità di apprensione della notizia, affermando che la registrazione di comunicazioni, anche a mezzo video, non costituisce attività di illecita intercettazione, bensì attività di mera documentazione di un evento al quale l'interessato ha partecipato".
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