Il presidente della giunta regionale della Campania Antonio Bassolino è stato rinviato a giudizio al termine dell'udienza preliminare per le presunte irregolarità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti. Con lui saranno processati altri 27 imputati, tra cui ex vertici del commissariato di governo per l'emergenza, dirigenti e funzionari di imprese, in prima fila l'Impregilo e la Fibe, nonché responsabili di impianti di Cdr.
Il processo comincerà il 14 maggio, davanti alla quinta sezione (collegio C) del Tribunale di Napoli: così ha stabilito il gup Marcello Piscopo che stasera, nell'aula bunker di Poggioreale, ha letto il decreto che chiude la prima fase del procedimento giudiziario avviato dai pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo sul dissesto della gestione dei rifiuti in Campania. I magistrati della procura hanno visto accolte tutte le loro richieste: il giudice infatti ha condiviso l'intero impianto accusatorio, con la contestazione di reati che vanno dalla frode in pubbliche forniture, alla truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali. All'uscita dell'aula i legali di Bassolino, gli avvocati Giuseppe Fusco e Massimo Krogh, non hanno commentato la decisione del giudice.
"Era già annunciata" si è limitato ad affermare Krogh. Un concetto ribadito in un comunicato congiunto diffuso pochi minuti dopo. "La decisione di rinviare a giudizio il presidente Bassolino non sorprende ed era già stata in qualche modo preannunciata dalla improvvisa modifica del calendario di udienza. Le sedute fissate a tappe forzate non hanno permesso il benché minimo contraddittorio sui fatti, impedendo un confronto approfondito sui tanti aspetti lacunosi di quest'inchiesta". Per i legali "lo stesso svolgimento dell'udienza è apparso come un formale passaggio di carte e non come una sede di giudizio".
Tra gli imputati rinviati a giudizio figurano l'ex vicecommissario all'emergenza rifiuti Raffaele Vanoli, l'ex subcommissario Giulio Facchi, Pier Giorgio Romiti e Paolo Romiti, rispettivamente ex amministratore delegato dell'Impregilo e ex dirigente dell'Impregilo e della Fisia Italimpianti. Al processo compariranno anche le "persone giuridiche" ovvero le società Impregilo, Fibe, Fisia Italia Impianti, Fibe Campania e Gestione Napoli, rinviate a giudizio per illecito amministrativo. In una nota le aziende esprimono "piena fiducia nell'operato della magistratura" e ribadiscono "la propria totale estraneità ai fatti contestati". Non si è ancora pronunciato il gup Piscopo sulla richiesta avanzata dall'avvocato di parte civile della Regione Campania, Giuseppe Vitiello, che sollecita il sequestro conservativo dei beni degli imputati. In una lista l'avvocato ha elencato le proprietà delle persone coinvolte nel procedimento e ha chiesto accertamenti su eventuali conti correnti, libretti bancari e titoli azionari.
LEGALI BASSOLINO, RINVIO A GIUDIZIO PREANNUNCIATO
"La decisione di rinviare a giudizio il Presidente Bassolino non sorprende ed era già stata in qualche modo preannunciata dalla improvvisa modifica del calendario di udienza. Le sedute fissate a tappe forzate non hanno permesso il benché minimo contraddittorio sui fatti, impedendo un confronto approfondito sui tanti aspetti lacunosi di quest'inchiesta". E' il giudizio degli avvocati Massimo Krogh e Giuseppe Fusco, legali del presidente della Regione Campania. In una nota, i difensori di Bassolino osservano che "lo stesso svolgimento dell'udienza è apparso come un formale passaggio di carte e non come una sede di giudizio". "Basti ricordare - aggiungono - il clamoroso infortunio sugli emolumenti di commissari e subcommissari, quando l'accusa ha fornito cifre esorbitanti e palesemente errate". "Siamo certi - conclude la nota di Krogh e Fusco - che in Tribunale il presidente Bassolino potrà mostrare finalmente la totale inconsistenza delle accuse che gli vengono mosse e la sua piena estraneità ai fatti contestati".
DONNA PER PROTESTA SI DA' FUOCO
Una donna, per protesta, si è data fuoco davanti al cancello posteriore del sito di stoccaggio di Taverna del Re, a Giugliano (Napoli). Secondo quanto confermato dalla polizia, che è prontamente intervenuta, non sarebbe in gravi condizioni. Insieme ad un'altra signora, la donna si era incatenata al cancello minacciano, con una lattina di benzina in mano, di darsi fuoco: gesto che poi ha davvero messo in atto. Grazie all'intervento degli agenti si è solo sfiorata la tragedia.
"PREFERISCO AMMAZZARMI PIUTTOSTO CHE CEDERE"
"Se vogliono ammazzarci loro, preferisco ammazzarmi io. Sapevo di rischiare di morire ma se questo può servire a non riaprire il sito di Taverna del Re, non fa nulla". Lucia De Cicco, la donna che oggi si è data fuoco davanti ai cancelli del sito di stoccaggio di Taverna del Re, a Giugliano (Napoli), scandisce bene le parole e a tutti dice: "Ci hanno riempito la testa di chiacchiere, ci hanno sempre detto che volevano tutelare la nostra salute. Ora forse gli abbiamo dimostrato qual è il vero senso della vita". La De Cicco è attualmente ricoverata nel Reparto grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli dove resterà per 20 giorni.
"Ci hanno deriso, ci hanno detto che non avevamo il coraggio di fare nulla. E' stato allora che ho deciso di darmi fuoco e di dimostrarvi che io il coraggio ce l' ho e come". Lucia de Cicco che oggi si è data fuoco davanti al sito di stoccaggio di taverna del Re parla del suo gesto. Ustioni sul viso, descrive nell'ospedale Cardarelli di Napoli i momenti vissuti a Taverna del Re. Non è la prima volta che la De Cicco protesta contro la riapertura del sito: ha infatti preso parte, per oltre due mesi, ai presidi che di giorno come di notte i cittadini hanno messo in atto. Ma oggi, racconta, è la rabbia che ha preso il sopravvento su tutto. "Una rabbia dettata dal fatto che noi, cittadini esasperati, eravamo lì per chiedere spiegazioni mentre gli altri ci deridevano, quasi ci prendevano in giro". "C'era un dirigente che parlava al telefono e che non faceva altro che sminuire la nostra protesta - ha aggiunto Lucia - continuava a dire che c'erano solo due donne incatenate e che quelle donne non avrebbero mai avuto il coraggio di fare nulla. Non è andata così".