Via libera dal Senato al ddl sulle riforme costituzionali. Con 180 voti a favore, il governo Renzi porta a casa un altro risultato anche se per questo successo sono stati fondamentali e determinanti i voti di 22 senatori di Ala, Fare! e Fi.
Ora la palla passa alla Camera, che dovrà dire l’ultimo sì alla riforma. Il premier, al termine della votazione, ha ringraziato i senatori e ha ribadito la sua volontà di dimettersi in caso di sconfitta al referendum costituzionale di ottobre, in vista del quale sono nati due nuovi Comitati “per il no”, uno promosso da Fi, Lega e Fdi e un altro da alcuni senatori centristi.
LE NOVITÀ DELLA RIFORMA
Camera Sarà l'unica a votare la fiducia. I deputati restano 630 e verranno eletti a suffragio universale, come accade oggi.
Senato Continuerà a chiamarsi Senato della Repubblica, ma sarà composto da 95 membri eletti dai Consigli Regionali (21 sindaci e 74 consiglieri-senatori), più 5 nominati dal Capo dello Stato che resteranno in carica per 7 anni. Avrà competenza legislativa piena solo su riforme e leggi costituzionali. Per quanto riguarda le leggi ordinarie, potrà chiedere alla Camera di modificarle, ma Montecitorio non sarà tenuta a dar seguito alla richiesta. Se il Senato chiede alla Camera di modificare una legge che riguarda il rapporto tra Stato e Regioni, l'assemblea di Montecitorio può respingere la richiesta solo a maggioranza assoluta.
Legittimazione popolare Saranno i cittadini, al momento di eleggere i Consigli Regionali a indicare quali consiglieri saranno anche senatori.
Senatori-Consiglieri I 95 senatori saranno ripartiti tra le Regioni in base al loro peso demografico. I Consigli Regionali eleggeranno con metodo proporzionale i senatori tra i propri componenti; uno per ciascuna Regione dovrà essere un sindaco.
Immunità I nuovi senatori godranno delle stesse tutele dei deputati. Non potranno essere arrestati o sottoposti a intercettazione senza l'autorizzazione del Senato.
Voto in data certa I Regolamenti parlamentari dovranno indicare un tempo certo per il voto dei ddl del governo; vengono introdotti limiti al governo sui contenuti dei decreti legge
Presidente della Repubblica Lo eleggeranno i 630 deputati e i 100 senatori. Per i primi tre scrutini occorrono i due terzi dei componenti, poi dal quarto si scende ai tre quinti; dal settimo scrutinio sarà sufficiente la maggioranza dei tre quinti dei votanti.
Referendum Introdotto un quorum minore per i referendum sui quali sono state raccolte 800mila firme anziché 500mila: per renderlo valido basterà la metà degli elettori delle ultime elezioni politiche, anziché la metà degli iscritti alle liste elettorali.
Ddl di iniziativa popolare Salgono da 50mila a 150mila le firme necessarie per presentare un ddl di iniziativa popolare.
Legge elettorale Introdotto il ricorso preventivo sulle leggi elettorali alla Corte Costituzionale su richiesta di un quarto dei componenti della Camera. Tra le norme transitorie c'è anche la possibilità di ricorso preventivo già in questa legislatura. Anche l'Italicum potrebbe finire dunque all'esame della Corte.
Province Vengono cancellate dalla Costituzione, atto necessario per abrogarle definitivamente.
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